martedì 6 novembre 2012

La nascita del libro d'artista in Italia: Piero Manzoni life and works

Jes Petersen [Piero Manzoni], Piero Manzoni life and works, Verlag Petersen Presse, Flensburg/Glücksburg 1963 (immagine tratta dal link).
La carica innovativa dell'opera di Piero Manzoni, che si pone come protagonista indiscusso dell'avanguardia artistica degli anni Sessanta, e la sua qualità di precursore viene confermata anche dalla sua introduzione in Italia del libro d'artista ("Il s'agit du premier livre d'artiste en Italie" in G.Celant (a cura di), Identité italenne. L'art en Italie depuis 1959, catalogo della mostra, Centre Georges Pompidou, Parigi, 25 giugno - settembre 1981, Centro Di, Firenze 1981, p.105).
Nel gennaio del 1962, un anno prima della sua scomparsa, Manzoni incarica per via postale l'amico artista Jes Petersen di realizzare un libro in plastica composto da 100 pagine in acetato trasparente, prive di testo, fornendogli addirittura uno schizzo esemplificativo della copertina (che verrà trovato tra le sue carte, con la data 1962 riportata sul frontespizio e una variazione del luogo di stampa - in G.Celant, Piero Manzoni: catalogue raisonné, Prearo, Milano 1975, p.207).
Petersen riuscirà a realizzarlo secondo le indicazione prima della sua morte, con l'eccezione delle pagine bianche in sostituzione all'acetato, materiale che probabilmente gli creò problemi di reperimento e di natura economica. Il numero di copie dichiarate sul frontespizio sono 60, ma è noto che ne fu effettivamente realizzata soltanto una piccola parte.

Foglietto manoscritto di Manzoni con le indicazioni per realizzare il libro (in G.Celant, Piero Manzoni, Catalogo Generale, vol.II, Skira, Milano 2004, p.390).

Piero Manzoni life and works è un libro che indaga sugli elementi costitutivi dell'oggetto libro, rivelando il supporto ed esercitando attraverso esso un gesto di rottura. Azioni che influenzeranno i libri dimenticati a memoria di Vincenzo Agnetti o i libri cancellati di Emilio Isgrò.
Commenta Celant: "Il libro di Manzoni elimina ogni filosofia della parola. E', come i suoi Achromes, la tabula rasa. Serve per annullare la mistica personale e la carica esistenziale della parole e immettere il libro come nuovo valore artistico, come medium autosignificante, con una propria individualità e contestualità primarie" (in G.Celant, Artmix. Flussi tra arte, architettura, cinema, design, moda, musica e televisione, Feltrinelli, Milano 2008, p.29). Dopo l'azzeramento in pittura con i suoi quadri monocromi, dopo le sue rinunce ad aderire al rigido sistema dell'arte e del suo mercato con la merda d'artista e, infine, dopo i suoi infiniti giochi irriverenti e concettuali con il suo fiato d'artista o le sue linee inscatolate, con quest'opera Manzoni mette mano sulla Cultura, sovvertendone lo strumento per antonomasia: il libro.

The innovative verve of Piero Manzoni's work, an unquestioned protagonist of the Sixties avant-garde, and his quality of being a precursor is confirmed by his introduction in Italy of the artist's book. 
In january 1962, a year before his death, Manzoni asks by mail his friend, artist too, Jes Petersen to realize a book in plastic with 100 pages in transparent acetate, without a text. He gives to him also a sketch of the cover (which was found between his papers, with a date '62 written on the title page and a variation of the printing country - in G.Celant, Piero Manzoni: catalogue raisonné, Prearo, Milano 1975, p.207).
Petersen realized the book as Manzoni asked just before his death, with the exception of the acetate, substituted by white pages (maybe because of economical and availability reasons). The number of declared printed copies in the title page were 60, but it's know that there were printed only a few.
Piero Manzoni life and works explores the book's constitutive elements, revealing the support and breaking the rules through it. This book will strongly influence the Vincenzo Agnetti's Book Forgotten into Memory or Emilio Isgrò's Cancelled books.
As Celant explains: "The Manzoni's book erases each philosophy of the word. It's, as his Achromes are, the tabula rasa. It helps to erase the personal mistique and the existencial properties of the words and to give to the book new artistic values, to make it a self-significant medium, with an own individuality and prime simultaneity" (in G.Celant, Artmix. Flussi tra arte, architettura, cinema, design, moda, musica e televisione, Feltrinelli, Milano 2008, p.29 - the translation in english is mine- ).
After the art "resetting" with his monochrome paintings, after his renunciation of the rigid rules of the art system with his artist's shit and, to conclude, after his endless conceptual games with his artist's breath and encased lines, this Manzoni's work turns to the Culture, overturning its tool par excellence: the book.









4 commenti:

  1. forse i libri illeggibili di bruno munari sono arrivati prima e anche il vocabolario cancellato di duchamp prima di isgro' , o no?

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    1. Munari lo considero un "illustre outsider", creatore di molteplici forme artistiche all'avanguardia, ma sempre nel segno del gioco e non, secondo me, dell'introduzione di un nuovo genere artistico.
      Oltre al fatto che i suoi libri sono più legati a prodromi futuristi, piuttosto che al nuovo clima neoavanguardista che si respirava negli anni Sessanta.
      Per quanto riguarda Isgrò, invece, certamente se la sono giocata in quanto a cronologia (se non sbaglio il suo primo libro cancellato è del 1960), ma i libri cancellati di Isgrò realizzati in tirature superiori alla copia unica sono del '64 e quindi ho dato priorità a Manzoni. Ciò non esclude il ruolo che l'artista ebbe come precursore del genere del libro d'artista.
      Grazie per l'osservazione; l'argomento è intricato e ancora non completamente esplorato, a mio avviso!

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  2. marcel duchamp, 1914 :  sfogliare un dizionario e cancellare tutte le parole ' indesiderabili '

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    1. Beh, se vogliamo andare a Duchamp (che ritengo precursore assoluto della neo-avanguardia), allora si può risalire ad Apollinaire, Mallarmé o altri "maestri del gioco verbale". Ma il libro d'artista, come specifica spesso Maffei, nasce negli anni Sessanta...

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