martedì 30 ottobre 2012

Il libro d'artista e la poesia visiva: l'esempio di Ugo Carrega


Ugo Carrega, Una proposizione affermativa, Galleria Blu, Milano 1972
La poesia visiva per vicinanza ideologica e origini viene spesso identificata con il libro d'artista, la cui nascita canonica viene fissata generalmente a cavallo tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio degli anni Sessanta (con il libro d'artista di Ed Ruscha - si veda il post di questo blog- ). In realtà, nonostante nelle principali esposizioni dedicate al libro d'artista figurino anche testi di poesia visiva, il genere, a mio avviso, andrebbe distinto.
La poesia visiva affonda le proprie radici addirittura nel Medioevo, con i carmina figurata, poesie le cui frasi o parole venivano organizzate in modo da sviluppare anche una qualità visiva. Il grande ante-quem della poesia visiva, però, sono gli esperimenti dei due fondamentali poeti francesi Stéphane Mallarmé e Guillaume Apollinaire, il primo con il poema visivo Un coup de dés jamais n'abolira le hasard (1897, pubblicato in forma di libro nel 1914), il secondo con la raccolta Calligrammes (1918). Questi due testi sono ritenuti all'unanimità l'ispirazione principale della poesia visiva, che nasce intorno agli anni Cinquanta e fiorisce negli anni Sessanta, venendo infine teorizzata nel '69 dal cruciale testo di Adriano Spatola, Verso la poesia totale.

Stéphane Mallarmé, Un coup de dés jamais n'abolira le hasard, Nouvelle Revue Française, Paris 1914 (immagine tratta dal link).

Due esempi molto noti tratti dai Calligrammes,
Poèmes de la Paix et de la Guerre 1913-1916, Guillaume Apollinaire
       Mercure de France, Paris 1918 (immagine tratta dal link).
Adriano Spatola, Verso la poesia totale, Rumma, Salerno 1969 (immagine tratta dal link).

Il libro nella prima immagine - che figura come "libro d'artista" nei cataloghi antiquari - è di Ugo Carrega, un poeta visivo che fin dagli anni '60 condivide con Mario Diacono, Martino Oberto, Vincenzo Accame e la cerchia della rivista Ana Etcetera l'esperienza dell'avanguardia in poesia. Il libro viene realizzato in occasione della sua quinta personale (seconda in Italia), dopo quella di esordio nel '70 alla galleria milanese di Arturo Schwarz. 
Io l'ho acquistato su ebay da un privato a pochi euro, anche se ad ogni modo al momento non ha raggiunto somme elevate (le uniche due copie attualmente in commercio sono del libraio Gianni Soffientini, che lo offre a 140 euro, e dello studio bibliografico Giorgio Maffei, offerto a soli 30 euro). 
La copertina già denuncia la propria presa di posizione contro le istanze tradizionali e superate dell'editoria: frasi dattiloscritte che all'apparenza non ci dicono nulla, ma che in realtà giocano con le possibili combinazioni dei significati, inscritti in tre lunghi rettangoli. Caratteristiche che, assieme alla mescolanza idiomatica, l'asintattismo e l'organizzazione visiva delle frasi, saranno l'elemento più nuovo della ricerca visuale in poesia, di cui uno degli esponenti più illustri sarà il genio Emilio Villa (i cui testi sono rarissimi e ricercatissimi).
Un versante del collezionismo colto e di nicchia, che un giorno potrebbe raggiungere le quotazioni dei libri futuristi.

The visual poetry, for ideological and origin reasons it's often identificated with the artist's book, born between the end of the Fifties and the beginning of the Sixties (with the famous Ed Ruscha's book - look at the post of this blog- ). In fact, although in the most exhibitions dedicated to the artist's book there are also visual texts, the genre should be, on my opinion, separated. 
The visual poetry has its origins in the Medieval age, with carmina figurata, in which poems are made with sentences or letters organized with the purpose to offer also a visual feedback.
But the great ante-quem of it are the experiments of two foundamental french poets: Stéphane Mallarmé and Guillaume Apollinaire, the first with the visual poem Un coup de dés jamais n'abolira le hasard (1897, published in book form in 1914), the second with the collection Calligrammes (1918). These two texts are reputated from all researchers the main visual poetry's inspiration, born in the Fifties and raised in the Sixties, finally theorized in '69 with the crucial Adriano Spatola's book, Verso la poesia totale
The book from the first image - which in the antiquarian catalogues is called "artist's book" - is made by Ugo Carrega, a visual poet who since the Sixties have shared with Mario Diacono, Martino Oberto, Vincenzo Accame and the group of the review Ana Etcetera the experience of the avant-garde poetry. The book is realized in the occasion of his fifth solo-exhibition (the second in Italy), after the first in '70, in the milanese Arturo Schwarz's gallery.
Personally I've bought it on ebay from a private seller for a very low price, even though at the moment it's not so valuated (the two copies actually on the market are by the librarian Gianni Soffientini, which offers it for 140 euros, and by Giorgio Maffei, which offers it for only 30 euros).
The cover already speaks itself in anti-traditional terms: a typewritten text which apparently doesn't comunicate anything, but which in fact plays with the possible meaning combinations, inscribed in three rectangles. A peculiarity which, together with the idiomatic pastiche, the asyntax and the visual organization of the sentences, will be the most innovative element of the visual poetry, which one of the main protagonist is the genius Emilio Villa (whose books are extremely rare and sought).
An aspect of book collecting which maybe one day will reach the prices of books by Futurism.

lunedì 15 ottobre 2012

Ventimila opere di Warhol all'asta

(Immagine tratta dal link)
La casa d'aste Christie's di New York il 12 novembre e a febbraio 2013 batterà circa ventimila opere di Andy Warhol, tra cui dipinti, serigrafie, fotografie, oggetti vari e libri, rimasti nella Factory dopo la sua morte (1987). 
La notizia, diffusasi a macchia d'olio non solo tra la stampa, ma anche tra i collezionisti del grande maestro americano, ha immediatamente provocato un certo scalpore e sbigottimento, rimandando in primo luogo a un'ipotesi di "sabotaggio del mercato" (termine utilizzato dal direttore del mensile Arte di questo mese, Michele Bonuomo). In realtà si tratta della volontà da parte della Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, che ha messo in vendita tutti questi beni, di fare cassa e permettere di continuare a organizzare mostre e ricerche sull'arte di Warhol.
Il rischio però preoccupa, a mio avviso, soprattutto il mondo dell'antiquariato cartaceo, poiché alcuni rari libri di Warhol, come il catalogo Dossier n.2357 (oggetto di un post su questo blog) o il libro d'artista Index (Random House, 1967) fanno spesso la felicità dell'antiquario, che li vende a cifre molto alte. Un'improvvisa comparsa di più copie di alcune rarità warholiane può provocare non pochi disordini in questo senso... staremo a vedere!


Andy Warhol's Index Book, Random House, New York 1967 (immagini tratte dai link1, link2).
On november 12 and in february 2013 the New York Christie's auction house will sell about 20,000 works by Andy Warhol: paintings, serigraphies, photographs, various objects and books, which have remained in the Factory after his death (1987). 
The information, diffused through the press, but also through collectors of this great art master, had immediatelly provoked clamour and astonishment. The first thought was to some kind of a "market sabotage" (that's the word which Michele Bonuomo, the Arte's review director, have used to describe this fact on this month's number). In fact it is a will of the Andy Warhol Foundation for the Visual Arts to earn some money to continue with Warhol's exhibitions and to promote the research about his art.
Although I think that the risk preoccupies mostly collectors of the artist's "paper-world", because some rare Warhol's editions, like the catalogue Dossier n.2357 (of which I've spoken on this blog) or his artist's book Index (Random House, 1967) mean very much to antiquarian librarians, who use to sell those books for very high prices.
If many rare copies suddenly appear on the market, they may cause some problems.
...we'll see!

giovedì 11 ottobre 2012

Un esempio di difficoltà nel riconoscere una prima edizione

Oton Župančič, Zimzelen pod snegom, Državna založba Slovenije, Ljubljana 1945.

Seconda versione della stessa edizione, stesso anno (immagine tratta da Bolha.com).

Terza versione della stessa edizione, più modesta (immagine tratta da Bolha.com).
Per illustrare la difficoltà in cui un collezionista può incappare nel riconoscere una prima edizione, ho scelto un esempio tratto dalla letteratura slovena, volendo al contempo dimostrare la presenza di una cultura "bibliofila" in Slovenia fin dal primo Novecento. Infatti la prima edizione di questo libro uscì in tre versioni differenti: una di lusso, con carta pregiata e copertina in stoffa stampata, una con una legatura in cartone rigido e una in brossura, con una carta più modesta. 
E' un'abitudine che, soprattutto in Francia, dove l'attenzione nei confronti dell'editoria di pregio è stata da sempre molto accentuata, è portata avanti da editori che si occupano di autori molto rinomati e prestigiosi. Un'usanza, che accresce la difficoltà di riconoscimento di questi testi, poiché quando ci troviamo di fronte a un libro che apparentemente ha le sembianze di una prima edizione, non possiamo mai essere sicuri che sia tale se non conosciamo la sua storia editoriale. 
Inizieremo così a chiederci: il testo che ho in mano a quale versione (ammesso che ce ne siano state) corrisponde?
Zimzelen pod snegom, di cui possiedo la prima versione (corrispondente alla prima immagine), è l'ultimo libro di Oton Župančič, uno dei principali autori sloveni del Novecento. Il titolo significa "la pervinca sotto la neve" (mai tradotto in italiano) e raccoglie testi poetici legati ai suoi ricordi dei tempi di guerra.
Il testo per cui l'autore è maggiormente conosciuto - e anche (e direi inevitabilmente) maggiormente ricercato - è però la sua prima rara raccolta poetica Čaša opojnosti del 1899, ("Il calice dell'ebbrezza") connotata da forti tinte simboliste, la cui copertina ricorda certe illustrazioni di De Carolis per i libri di D'Annunzio, che uscivano proprio in quel torno d'anni. 
Per ora non ne ho mai vista una copia in circolazione.

La copertina di Čaša opojnosti, Schwentner, Ljubljana 1899 (l'immagine è tratta dal libro di Janko Kos Književnost, Založba Obzorja, Maribor, 1998 - mi scuso per la cattiva qualità dell'immagine).

Gabriele D'Annunzio, Merope. Le Canzoni delle gesta d'oltremare, Treves, Milano 1912 (immagine tratta dal link).

To show how difficult it is for a book collector to recognize a first edition, I've chosen an example from the slovenian literature, also to demonstrate that in Slovenia there was a "bibliophile" taste since the XX century. In fact, this book was printed in three different versions: a luxury one, with a precious paper and printed textile binding, a modest one, with a rigid cardboard binding and a common one, with poor paper.
It's mostly a french habit, the country where the attention for the luxury editing it's historical, and used around the world for what concerns famous writers. A habit, which provokes many problems recognizing first editions, because when you manage a book which apparently has all first edition's elements, you'll never be sure about that if you don't know its editorial history. Than you begin to wonder: which version is the one I have (if there were any versions at all)?
Zimzelen pod snegom, of which I have the first version (which corresponds to the first image) is the last book from the slovenian XIX century writer Oton Župančič. The title means "The Evergreen beneath the Snow" (but it has never been traduced in italian) and it's a collection of poems about his World War's memories. 
But the book thanks to which is most remembered - and therefore it's so rare and sought - is his first poetic collection Čaša opojnosti from 1899 ("The Goblet of Inebriation"), a very symbolistic text, with a bindig which recalls the illustrations by De Carolis for D'Annunzio's books of the same age.
For now I've never seen a copy of it.

martedì 9 ottobre 2012

La felicissima mano di William Kentridge


William Kentridge con una delle sue opere (immagine tratta dal link).

Screenshot of Felix in Exile, 1994 (immagine tratta dal link).
Uno strepitoso artista che consiglio, anche in termini di investimento. Si tratta di uno dei pochi superstiti delle tecniche tradizionali, maneggiate con maestria e grande inventiva. Non è facile di questi tempi innovare sulla carta!
Qui in basso, un piccolo catalogo della mia collezione di una sua recente esposizione al Louvre di Parigi, in edizione limitata.

William Kentridge, Carnets d'Egypt, DILECTA, Paris 2010 (immagine tratta dal link).
 
A huge artist I advice, also as an investment. He's one of the few survived artists who works with traditional techniques conceived in an innovative and high-quality way. It's not easy to create something new on paper!
Here I'm introducing a small limited edition catalogue (part of my collection) from his recent exhibition in Louvre, Paris.

giovedì 4 ottobre 2012

Qualcosa di scritto: un libro pieno di sorprese


Giorgio Steimetz, Questo è Cefis. L'altra faccia dell'onorato presidente, AMI, Milano 1972 (immagine tratta dal link).
Pier Paolo Pasolini, Petrolio, Einaudi, Torino 1992 (pubblicato postumo; immagine tratta dal link).
Emanuele Trevi, Qualcosa di scritto, Ponte alle Grazie, Milano 2012.
 
Alcuni libri che ci capita di leggere, delle volte, ci sorprendono perché legati ad altri che abbiamo amato dal filo rosso del destino. 
Capita così che un dato romanzo alluda a un dato luogo o personaggio di cui parlava anche un libro che abbiamo adorato mesi o settimane prima. O ancora, un fatto scoperto in un certo libro a noi caro, è ripercorso in un altro che abbiamo preso in mano per caso, in un periodo successivo, e che mai avremmo immaginato lo trattasse e che ora abbiamo un motivo in più per apprezzarlo.
A me capita spesso, con i romanzi o i testi critici più disparati e provenienti da discipline molto differenti. Un esempio recente è costituito da Qualcosa di scritto di Emanuele Trevi, un libro che per due voti ha sfiorato il Premio Strega e che appartiene a quella categoria che io chiamo "vera letteratura", quella di cui un giorno qualcuno si ricorderà e parlerà in altri testi.
Trevi, con il pretesto di raccontare le complesse e intricate vicende della morte di Pasolini e del suo romanzo incompiuto Petrolio, ci introduce nel centro nevralgico della cultura romana a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta e, parallelamente, degli anni Novanta, periodo trascorso da Trevi nel Fondo Pasolini per motivi di studio e narrato nel libro. E' lì che incontra il terzo protagonista del romanzo, Laura Betti, "la pazza", come la chiama lui, attrice e cantante molto vicina a Pasolini lungo il corso della sua vita, che in quel periodo gestiva il Fondo, divertendosi a "torturare" gli studiosi.
Un libro sublime, in bilico fra narrativa, critica letteraria e memoir, che ti fa dimenticare tutto quello ti circonda, facendoti concentrare soltanto sul testo.
Per tornare al fil rouge prima citato, Qualcosa di scritto nomina ad un certo punto Questo è Cefis di Giorgio Steimetz (nome d'invenzione), un testo quasi culto per alcuni bibliofili, in quanto introvabile per motivi legati allo scandalo che la sua diffusione avrebbe potuto provocare. 
Il testo, che metteva in cattiva luce il potente Cefis, fu fatto sparire dalle librerie e addirittura dalle biblioteche - come ai tempi dell'Inquisizione! - , fatto che contruibuì ovviamente a renderlo rarissimo e ricercatissimo tra gli appassionati del genere (la sua quotazione ha raggiunto addirittura i tre zeri). La questione, inoltre, ha subìto dei recenti sviluppi che gli appassionati possono rintracciare in Internet e che non sto a raccontare qui.
Ad ogni modo, Trevi in questo caso lo nomina in quanto legato a Petrolio, tralasciando le note "collezionistiche" (anche se è ben consapevole della sua rarità), ma il fatto mi ha sorpresa perché la vicenda è raccontata in uno dei miei libri preferiti, il Manuale del cacciatore di libri introvabili di Simone Berni, che ho avuto modo di citare in precedenza su questo blog
Un motivo in più, dunque, per amare questo splendido nuovo romanzo.

Sometimes it happens that some books we red surprise us because they have a relation with other ones, in a fil rouge of the destiny. 
So it may happen that a novel talks about something we already red in a book months or weeks ago, or a thing we discovered in a book we loved is now narrated in a text we found by chance, and so we have one more reason to appreciate it.
Very often it happens to me to notice this strange coincidences in novels, but also critical texts frequently very different from each other. An example of all this is in Qualcosa di scritto from Emanuele Trevi, a book which almost won the Premio Strega  (for 2 marks) and which is part of the category I use to call "real literature". The one that one day will be remembered and of which we will read in other books.
Trevi, with the excuse of talking about complicated and tangled Pasolini's death and about the case of his unfinished book Petrolio, he introduces us to the fervent Roman cultural environment in the age between Sixties and Seventies and, separately, Nineties, when the author have worked in the Fondo Pasolini for research reasons. 
There he met the third protagonist of the book, Laura Betti, the "crazy", as he calls her, an actress and singer who have spent a lot of time with Pasolini during his life and who, in the time described by Trevi, was directing the Fondo, "torturing" her reasearchers.
A sublime book, partly a novel, partly a critical literature and memoir, which makes you forget all staffs around you and concentrate on the text.
Back to the fil rouge, Qualcosa di scritto at a certain point mentions Giorgio Steimetz's (a pseudonym) Questo è Cefis, kind of a cult book because of its rarity, related with scandal reasons it would provoke if diffused.
The text, which talks dirty about the Cefis's power, have been eliminated from all bookstores and even public libraries - like in Inquisition's times! - and this fact have increased its rarity and bibliophiles's interest (its valuation has reached the three zeros!).
Moreover, there were further developments a reader can find on the Internet, which I'm not explaining here.
Anyway, Trevi in his book mentions this case only because it's related to Petrolio, leaving out notes about collecting (even though he knows very well its rarity!), but the fact which surprised me is that the same problem is described in one of my favourite's books, the Simone Berni's Manuale del cacciatore di libri introvabili, of which I already spoke in this blog.
So I have one more reason to love this new novel!

mercoledì 3 ottobre 2012

Le edizioni più ricercate di Simenon

Georges Simenon, Germogliano sempre i nocciòli, Mondadori, Milano 1971.

Georges Simenon, Marie la strabica, Mondadori, Milano 1963.

Georges Simenon, La cassaforte di Mauvoisin, Mondadori, Milano 1963 (tutte le immagini sono tratte dal link).

Il caso dei libri di Georges Simenon, assieme a quelli di Beckett e pochi altri, rappresenta un'eccezione alla regola che vede uno scarso interesse da parte dei collezionisti nei confronti della narrativa straniera in lingua italiana. Solitamente le prime edizioni o le edizioni rare di scrittori stranieri molto famosi nel mondo - mi riferisco al Novecento - godono di una scarsa attenzione nei cataloghi antiquari.  
Questo, come ho avuto modo di notare abbastanza spesso, non accade con i libri di Simenon, soprattutto per quanto riguarda le sue edizioni non comuni o discretamente rare (e non, ad esempio, le opere più importanti dell'autore), come quelle che ho inserito nelle immagini qui sopra.
Se andate su un qualsiasi sito di vendita di libri usati, come Abebooks o Maremagnum, noterete che questi tre titoli sono assenti o, se presenti, sono molto quotati. Infine se vi capita di rintracciarli in qualche asta su ebay, vedrete come le offerte si moltiplichino e i testi non vanno mai invenduti.
Questo perché Simenon è uno degli scrittori più amati al momento, che conta un numero straordinario di siti internet e forum di discussione a lui dedicati e che spopola anche in molti paesi stranieri, come nel caso dell'Italia, i cui collezionisti li cercano con ossessione.
Detto questo, però, c'è una buona notizia: se vi capiterà di trovarli in qualche libreria dell'usato - e non vi imbatterete in un libraio particolarmente "aggiornato con i tempi" - li pagherete pochi euro, poiché nessuno sospetterà che siano così ricercati.
Buona ricerca!

The case of Georges Simenon's books, together with Beckett's and not so many other's, represents the exception of the rule about the low collectors' interest on foreign literature in italian language; usually first or rare editions from very famous foreign authors - I'm talking about the XX century - aren't so collected.
This is not happening with Simenon's, as I've seen oftenly, especially for what concerns his rare editions (and not, for example, his first italian editions), like those I've put in this post.
If you go on any websites selling used books, like Abebooks or Maremagnum, you will notice that these three titles are absent or, if not, they are very valuated. Or, if you find one of them on ebay during an auction, you will see a lot of offers and immediatelly sold out copies.
That's because Simenon is a very known and appreciated writer at the moment, who counts a lot of websites and forums dedicated to him and who is very beloved in foreign countries, like in Italy, where collectors are very numerous.
To conclude, I want to give you good news: if will happen to you to find one of them in a library - and you won't be unlucky to find a particularly up-to-date librarian - you will pay them a ridiculous price, because nobody knows they're so sought!
Good luck!

 

martedì 2 ottobre 2012

Furto di libri sull'Eurostar...


Stefano Terra, Rancore, Einaudi, Torino 1946.

Circa due settimane fa mi è stata rubata la valigia sull'Eurostar (non mettetela MAI dove vi dicono di metterla, cioè negli spazi appositi di fronte ai bagni)... 
Ora, oltre al danno economico e morale che mi ha arrecato questo furto (di cui parlarne risulta inutile per svariati motivi, tra cui soprattutto l'inadeguatezza della sede), voglio rendervi partecipi del danno "collezionistico". Ebbene sì, la mia valigia conteneva anche alcuni libri discretamente rari che avevo scovato di recente e che stavo portando a casa.
Tra questi vi era Rancore di Stefano Terra, pagato 5 euro presso una bancarella della mia città.
Un testo poco conosciuto, ma abbastanza raro e, nel mio caso, fortunatamente dotato della sovraccoperta originale illustrata da Cassinari (non sono riuscita a trovare una foto del libro completo!). Si tratta della ristampa - con modifica del titolo - di La Generazione che non perdona, l'opera prima dell'autore, intrisa di voglia di rivolta e di giustizia.
Inoltre è uno dei primissimi testi letterari stampati dalla Einaudi, nata poco più di 10 anni prima, ora oggetto di contesa tra i bibliofili più raffinati.
Con questo post ho voluto soltanto condividere il mio dispiacere con voi e invitarvi, qualora ne aveste l'occasione, ad avvisarmi nel caso vi capitasse tra le mani Rancore di Terra, che mi è possibile distinguere con l'aiuto di alcuni piccoli difetti che aveva... 
Anche se sono praticamente certa che il "signor" ladro - difficilmente colto e raffinato da riconoscere rarità bibliografiche - non ha dedicato nemmeno uno sguardo a questi libri prima di gettarli nella spazzatura.

About two weeks ago I got my luggage stolen on the Eurostar (don't NEVER leave your bags where the staff tells you, which is in the apposite spaces in front of the toilet)...
Now, besides the economical and moral damage this stealing caused me (which I don't want to describe here for many reasons, firstly because off the inappropriate place), I want you to be involved at least in my "collector's" damage: in my bag there were some rare books I bought recently and which I was taking home.
One of them was Stefano Terra's Rancore, which I paid 5 euros from a book stand in my town.
It's a badly known text quite rare, with, in my case, the rare original dust jacket illustrated by Cassinari (I couldn't find a complete image of the book!). The book is a reprint - with a title modification - of La generazione che non perdona, the first author's work, full of revolt and justice will.
Moreover, it's one of the first Einaudi's literature works - a press born like 10 years before - which are now very sought by refined bibliophiles.
With this post I wanted to share with you my regrets and invite you, in case you will have the occasion, to let me know if you find a copy of Rancore, which I'm able to recognize with the help of some small imperfections it had...
Even though I'm pretty sure that the "sir" robber - hardly refined and cultured to recognize bibliographical rarities - didn't dedicate not even a look before putting my books in the garbage.

Scaffale dei rarissimi (e fondamentali)

Tesoro della Statale, mostra dell'Università degli Studi di Milano presso la Rotonda della Besana (immagine tratta dal link)

Qualsiasi collezionista che ami le rarità italiane salterebbe dalla sedia alla vista di questi splendidi esemplari tutti assieme, magari sistemati confusamente in uno scatolone appena giunto dal libraio e in attesa di essere smistato e prezzato...
Dall'alto a sinistra (tralasciando il non meno importante, ma non italiano, Lo straniero di Camus, nella rara prima edizione italiana stampata per i tipi di Bompiani nel '47): A. Moravia, Gli indifferenti, Alpes, Milano 1929 (vedi articolo di questo blog); C. Zavattini, Parliamo tanto di me, Bompiani, Milano 1931; D. Campana, Canti orfici, Tip. Ravagli, Marradi 1914; E. Montale, Ossi di seppia, Gobetti, Torino 1925; C. Sbarbaro, Resine, Caimo, Genova 1911.
Si tratta del tesoro dell'Università di Milano, finalmente aperto a tutti gli appassionati del genere.

Every collector who loves rare italian books would remain astonished seeing so much rare editions all together, for example in a box just arrived to the librarian, waiting to be tagged with prices...
From the left (apart from the Camus' Lo straniero in its rare first edition printed by Bompiani in 1947): A. Moravia, Gli indifferenti, Alpes, Milano 1929 (look the article on this blog); C. Zavattini, Parliamo tanto di me, Bompiani, Milano 1931; D. Campana, Canti orfici, Tip. Ravagli, Marradi 1914; E. Montale, Ossi di seppia, Gobetti, Torino 1925; C. Sbarbaro, Resine, Caimo, Genova 1911.
It's the University of milan's treasure, now open to the book lovers.