34. Biennale Internazionale d'Arte di Venezia, catalogo generale, 22 giugno - 20 ottobre 1968 (immagine tratta dal link) |
Di recente mi è stato chiesto se i cataloghi delle Biennali di Venezia possano avere un qualche valore particolare in termini collezionistici...
Ora, la Biennale veneziana, come ho già avuto modo di affermare, è una delle più importanti istituzioni italiane e non solo. Fin dalla sua nascita, nel 1895, è stata sempre teatro di dibattiti e polemiche, avvenimenti importanti e complessi. Una sorta di quadro della situazione artistica italiana di una data epoca.
Quindi anche i relativi cataloghi stampati per l'occasione risultano di grande rilevanza e degni di essere oggetto di collezione, anche solo per la curiosità di registrare lo sviluppo e la trasformazione del loro aspetto editoriale.
Il mercato librario, però, non rivolge a questo prodotto un particolare interesse, se non in casi sporadici. In attesa di una rivalutazione, i cultori di questi libroni li raccolgono e conservano con pazienza.
Il mercato librario, però, non rivolge a questo prodotto un particolare interesse, se non in casi sporadici. In attesa di una rivalutazione, i cultori di questi libroni li raccolgono e conservano con pazienza.
Un'immagine d'archivio tratta dalla Biennale del '64 (sullo sfondo due quadri di Roy Lichtenstein) |
32.Biennale Internazionale d'Arte di Venezia, catalogo generale, 20 giugno - 18 ottobre 1964 (immagine dalla mia collezione) |
Personalmente mi sono interessata a quelli dagli anni Sessanta in poi, a partire dalla fondamentale Biennale del 1964, occasione in cui irruppe la Pop art in Italia, che stupì e influenzò non pochi artisti italiani del tempo. Il premio destinato ad un artista straniero verrà assegnato all'artista pop Robert Rauschenberg.
Un'altra non meno importante Biennale fu quella del 1968, investita dai disordini e dai sovvertimenti sociali. In segno di protesta molti artisti decisero di girare le tele contro il muro, come il grande pittore romano Gastone Novelli, che mi è particolarmente caro e che ho reso oggetto della mia tesi magistrale.
Il primo premio, invece, andò alla straordinaria opera dell'artista cinetico Gianni Colombo, intitolata Spazio elastico.
Come veniva chiarito nel catalogo edito in occasione dell'esposizione dell'opera alla galleria romana l'Attico (1968), l'opera consisteva in un "contenitore cubico praticabile all’interno ripartito in volumi di spazio virtualmente circoscritti da fili tesi di materiale elastico, trattati con colore fluorescente e illuminati da lampade a luce ultravioletta, in questa struttura avvengono, per azione di quattro elettro-motori, delle tensioni a sviluppo orizzontale e verticale e a carattere ritmico che la deformano discontinuamente secondo una combinatoria progressiva. I volumi di spazio hanno forma cubica e sono fra loro uguali per una coerente iscrizione nella forma dell’ambiente che li contiene, il visitatore può depassare dall’uno all’altro e all’interno di ognuno è possibile osservare quelli adiacenti." (il testo continua al link).
Spazio elastico è stato riproposto alla Biennale dell'anno scorso.
Gastone Novelli nell'atto di scrivere "La Biennale è fascista" sul retro di un suo dipinto (immagine tratta dal link) |
Gianni Colombo, Spazio elastico, 1967-68 (immagine tratta dal link) |
Per concludere questo breve elenco dei cataloghi che ritengo più importanti, voglio citare quello del 1997, chiaramente molto differente da quello dei decenni precedenti.
Il Padiglione Italia venne affidato a Enzo Cucchi, Ettore Spalletti e Maurizio Cattelan, i quali stabilirono un dialogo che simboleggiava tre generazioni di arte italiana, riprendendo il concetto di Future Past Present: il leitmotif della Biennale di quell'anno (lo racconta Cattelan nella celebre intervista edita da Rizzoli nel 2011; Maurizio Cattelan, Catherine Grenier, Un salto nel vuoto, Rizzoli, Milano 2011).
Per l'occasione vennero editi due cataloghi: uno di tipo tradizionale, con le opere esposte, e uno in forma di libro d'artista, con molte pagine colorate prive di testo e una grafica molto innovativa. Quest'ultimo attualmente è reperibile nell'antiquariato per una cinquantina di euro, ma a mio parere è destinato a scomparire presto o ad aumentare di quotazione.
Maurizio Cattelan, Germano Celant, Enzo Cucchi, Ettore Spalletti, Dall'Italia, Electa, Milano 1997 (immagine tratta dal link) |
Un'immagine delle pagine interne del libro Dall'Italia (immagine tratta dal link) |
Recently they asked me if Venice
Biennale's exhibition catalogues have any value in the world of book
collecting...
The Venice Biennale, as I've
already said, is one of the most important italian and worldwide
institutions. Since the beginning, in 1895, there were many
important discussion, polemics and happenings in it.
It is kind of a framework of
the italian art situation in a certain age.
So, also the catalogues printed on that
occasion are relevant and worth to figure in a book collection, also
just as a proof of the development and transformation of their
editorial look.
However, the market of the antiquarian
books doesn't seem to be very interested on this product, apart from
a few exceptions. Waiting for a revaluation, the lovers of these
books are buying and conserving them patiently.
Personally I'm interested in the ones
from the Sixties on, starting with the Biennale of 1964, when the Pop
art bursted into Italy; a movement which has amazed and influenced many italian artists of that time. The prize dedicated to a foreign
artist was given to the pop artist Robert Rauschengerg.
Another very important Biennale was the
one of 1968, because it was invested by social disorders and subversions.
As a protest many artists turned their
canvases to the wall, like the great roman artist Gastone Novelli,
who is very beloved to me and who has been the subject of my
graduation thesis.
The first prize went to the
extraordinary work of the kinetic artist Gianni Colombo, entitled
Spazio elastico.
As explains the catalogue of the exhibition of
this work at the roman gallery Attico (1968), it was made of a “cubical box, in which people could enter,
divided on the inside by spacial volumes delimited by elastic
fluorescent strings, illuminated by UV lamps. In this structure,
thanks to four electrical motours, he created a vertical and
horizontal rhythmical tension, which deforms discontinuously and
progressively the space. The volumes has a cubical form and there are
regular for a coherent inscription of the location shape that
contains it. People can go into them, in which it is possible to take
a look of the other cubes beside them.” (the text continues at the link)
Spazio elastico was re-exhibited in the
last year's Biennale.
To conclude this short list of
catalogues important to me, I want to mention the one of 1997,
clearly different from the ones from the past decades.
The italian Pavillion was committed to
Enzo Cucchi, Ettore Spalletti and Maurizio Cattelan, who has
established a dialogue that was simbolizing three generations of
italian artists, recalling the mean leitmotif of that Biennale:
Future Past Present.
For the occasion there were printed two
different catalogues: a traditional one, with the works exposed, and
one in artist's book form, with many coloured pages without text and
a very innovative grafic. This book is currently on sale at 50 euros,
but on my opinion it will disappear soon or at least its valuation
will grow..
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