mercoledì 5 settembre 2018

Manuzio e l'introduzione del "libro tascabile"

Lucrezio, De rerum natura, Aldo Manuzio e Andrea Socer, Venezia 1515 (immagine dal link)

Il libro su Aldo Manuzio di cui ho scritto prima di salutarvi per le vacanze estive mi ha ispirata.
Potete immaginarmi assorta nella lettura su una sdraio, ascoltando il mare di Ischia e godendomi le ultime giornate di ferie.
Forse se l'avessi letto a casa a Trieste non avrebbe fatto lo stesso effetto, perché non è un libro molto scorrevole a mio avviso.
Però è capace di trasportarti in un'atmosfera lontana, dandoti tutti gli strumenti per immedesimarti nel tempo in cui vivevano, il 400 veneziano.
Complesso, spesso arbitrario e pericoloso. Ma anche appassionato ed erotico, dove andare con le prostitute era la normalità (Aretino docet). E forse questa è una delle critiche che mi sento di muovere al romanzo: troppe scene erotiche! Rovinano l'idea mitica che abbiamo di uno dei più grandi stampatori di tutti i secoli.
Colui che ha inventato il formato in ottavo, "tascabile". 
Ma soprattutto colui che ha recuperato la cultura e i testi greci introducendoli nel nostro paese.


Il famosissimo stemma di Aldo Manuzio (immagine dal link)

I suoi libri sono ormai valutati fino a 20/30 mila euro nell'antiquariato, ma alcune edizioni sono acquistabili anche a meno. Poiché molte erano stampate in alte tirature per raggiungere un pubblico ampio.
Qui sopra avete un bel Lucrezio legato in maniera strepitosa e valutato sui 7000 euro.


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