martedì 7 marzo 2017

Le memorie dell'uccisore di Rasputin

Félix Yussupov (o Yusupoff), Dalla corte all'esilio. Memorie dell'uccisore di Rasputin, Rizzoli, Milano 1955 (immagine dal link)

Vedo che apprezzate molto i post su libri di storia e politica, perciò tenterò di accontentarvi più spesso.
Questo è un libro facente parte di una collana storica della Rizzoli piuttosto ben fatta ma con titoli di scarsissimo valore (vedi ad esempio Wouk o altri autorucoli oggi dimenticati). 
Pertanto se vi capiterà di scorgerlo tra gli scaffali e sarà privo - come di sovente - della bella sovraccoperta rossa, non lo baderete nemmeno e avrete perso l'occasione di acquistare un libro valutato dai 90 ai 170 euro.
Ancora più raro se completo della fascetta editoriale o dell'invio autografo, come mi è capitato di vedere in un'asta Ebay apparsa a 100 euro e scomparsa come un fulmine. L'acquirente ha fatto davvero un affare!
Si tratta delle memorie dell'aristocratico russo Yussupov (arricchite da belle fotografie d'epoca), meglio conosciuto per aver partecipato al complotto che portò alla morte dello starec Rasputin nella notte del 16 dicembre 1916 a San Pietroburgo.
L'intreccio è a dir poco avvincente (traggo dal link): gli aristocratici congiurati avvelenarono i dolci e il Madera, il vino preferito dal monaco, allestendo nei sotterranei una sala da pranzo improvvisata; gli spararono, gettarono il corpo nel fiume Neva, dopo due giorni il cadavere venne a riva e fu bruciato. La famiglia Jusupov fu formalmente arrestata nella sua residenza fuori San Pietroburgo. 
Felix riuscì a ritornare al palazzo e prendere due dipinti di Rembrandt e gioielli (tra cui la famosa perla Pelegrina), prima di fuggire con la moglie e la bambina in Crimea e, aiutati dal sovrano britannico Giorgio V, salparono sul HMS Marlborough, insieme alla zarina madre Maria Feodorovna (sorella della regina vedova d'Inghilterra Alessandra) e alle due figlie, per Jalta e poi Malta. Attraversata l'Italia, raggiunsero Parigi, dove soggiornarono per cinque giorni all'Hôtel Vendôme, per poi raggiungere Londra. 
Nel 1920 la coppia ritornò a Parigi e risiedette in Rue Gutenberg, a Boulogne-sur-Seine, dove rimase per il resto della sua vita.


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