Hunter S. Thompson, Fear and loathing in Las Vegas, Random House, New York 1971 (immagine dal link) |
Ormai tre anni fa affrontai la spinosa problematica del collezionismo librario nel nostro secolo (vedi post), concludendo che d'accordo, questo mondo è completamente cambiato dopo Internet, ma ci sono anche aspetti positivi in questo mutamento.
Oggi vi propongo un'ulteriore riflessione sul tema fornitami da Ken Lopez, un librario americano specializzato in prime edizioni moderne.
Nel 1999, quando Internet non aveva ancora invaso le nostre case e le nostre vite, aveva risposto a delle domande sul collezionismo librario nel nostro secolo, fornendo alcuni spunti interessanti che troverete a questo link. Ora, dopo più di 16 anni, ha rivisto alcune considerazioni in un bell'articolo apparso sul sito rarebookhub.com che ho scovato su Internet.
Le dichiarazioni, come spesso accade quando si parla con un libraio, sono evasive e volutamente non rivelatrici di "segreti" che solo gli esperti sanno e che si guardano bene dal rivelare.
Tuttavia, ci sono almeno due parti interessanti; la prima è che ormai è quasi scomparso il cosiddetto completist - molto amato dagli americani - che sarebbe quel tipo di collezionista che sceglieva un autore in particolare e raccoglieva tutto ciò che lo riguardava, compresi articoli di giornale ecc.
Sono rimasti gli amanti di Stephen King in questo senso, ma si tratta di un caso isolato.
La seconda, che il collezionismo si sta sempre più rivolgendo a nuovi oggetti di interesse che non sono esclusivamente libri, ma anche ephemera, fotografie, libri d'artista (argomenti che abbiamo spesso affrontato in questo blog) ma anche archivi.
Lopez ci fa l'esempio di Ian McEwan (vedi mio post in merito), il cui archivio è stato comprato di recente dal Ransom Center dell'università del Texas per 2 milioni di dollari. E in effetti lui è uno degli autori che possiamo considerare "da collezione" e di importanza mondiale, vincitore del Booker Prize e tradotto in tutto il mondo.
Un altro autore citato da Lopez è Hunter Thompson, molto meno noto da noi ma già largamente collezionato in America (sopra una prima edizione valutata dai 500 euro in su).
Insomma, alcune cose sono cambiate, altre credo di no. A voi le conclusioni.
english version coming soon...
Le dichiarazioni, come spesso accade quando si parla con un libraio, sono evasive e volutamente non rivelatrici di "segreti" che solo gli esperti sanno e che si guardano bene dal rivelare.
Tuttavia, ci sono almeno due parti interessanti; la prima è che ormai è quasi scomparso il cosiddetto completist - molto amato dagli americani - che sarebbe quel tipo di collezionista che sceglieva un autore in particolare e raccoglieva tutto ciò che lo riguardava, compresi articoli di giornale ecc.
Sono rimasti gli amanti di Stephen King in questo senso, ma si tratta di un caso isolato.
La seconda, che il collezionismo si sta sempre più rivolgendo a nuovi oggetti di interesse che non sono esclusivamente libri, ma anche ephemera, fotografie, libri d'artista (argomenti che abbiamo spesso affrontato in questo blog) ma anche archivi.
Lopez ci fa l'esempio di Ian McEwan (vedi mio post in merito), il cui archivio è stato comprato di recente dal Ransom Center dell'università del Texas per 2 milioni di dollari. E in effetti lui è uno degli autori che possiamo considerare "da collezione" e di importanza mondiale, vincitore del Booker Prize e tradotto in tutto il mondo.
Un altro autore citato da Lopez è Hunter Thompson, molto meno noto da noi ma già largamente collezionato in America (sopra una prima edizione valutata dai 500 euro in su).
Insomma, alcune cose sono cambiate, altre credo di no. A voi le conclusioni.
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