lunedì 7 maggio 2012

Odisej ob jamboru di Boris Pahor

 Boris Pahor, Odisej ob jamboru, Zaliv, Trieste 1969

Boris Pahor è uno dei pochi scrittori sloveni conosciuti in tutto il mondo. Reduce dell'esperienza del campo di concentramento, ha voluto raccontare nel suo Necropoli la propria tragica vicenda, al pari di autori come Primo Levi. 
Questo è un libriccino molto raro che ho trovato su un sito in lingua slovena (il mio bilinguismo mi ha aiutata!); si tratta di una raccolta di saggi polemici intitolati Odisej ob jamboru ("Ulisse accanto all'albero maestro", azzardando una traduzione), che propugnano l'indipendenza della Slovenia dalla Jugoslavia.
Il libro fu pubblicato a Trieste nel 1969 dalla casa editrice Zaliv e subito vietato dal governo sloveno di allora, con tanto di sequestro delle copie rimaste in circolazione. Pahor si occupava personalmente, assieme alla moglie, della distribuzione dei libriccini per via postale e ricorda che ogni copia rappresentava un sacrificio economico.
Anche la successiva ristampa del 1971 fu vietata e soltanto la terza edizione del 1993 ebbe una diffusione più ampia. La mia copia è sfortunatamente percossa da violenti segni infantili (i killer per eccellenza dei libri -come ci avverte il testo di Gaetano Volpi-) a penna (il killer per eccellenza numero due dei libri) su tre pagine, ma rimane sempre un testo indicativo del clima storico del dopoguerra, da avere assolutamente!
I libri dell'autore, come quelli di tutti gli autori sloveni quali Ivan Cankar, Srečko Kosovel e altri, al momento non godono di una meritata classificazione antiquaria, ma confido che un giorno ciò avvenga, in quanto Pahor a mio avviso ne è degno. Da poco ho intrapreso la ricerca delle sue prime edizioni degli anni Sessanta, ancora facilmente reperibili.
Odisej ob jamboru figura inoltre tra i desiderata di Simone Berni, eccezionale "cacciatore di libri rari" e autore del sublime Manuale del cacciatore di libri introvabili, edito dalla "bibliofila" casa editrice Biblohaus, che seguo con attenzione da molto tempo.


Boris Pahor is one of the rarest slovenian authors reknowned around the world. He writes about his tragic experience in the concentration camp in his book Necropolis, as authors like Primo Levi.
This a very rare book I've found on a slovenian website (my bilingualism helped me!); it's an essay selection titled Odisej ob jamboru (Ulysses on the mast, attempting to traduce it) which fights for the Slovenia's independence from Jugoslavia.
The book was published in Trieste in 1969 by the Zaliv press and it was immediately forbidden by the slovenian government, with the abduction of all copies in circulation. Pahor had personally, with the help of his wife, distributed his copies by mail and he use to remember that it wasn't easy to find the money to do it.
The next print from 1971 was forbidden too and only the third edition, in 1993, has been allowed. My copy is unfortunatelly beated by violent infant signs (the worst book's killer -as Gaetano Volpi says-) with a pen (the book's killer number two) on three pages; anyway it still remains a foundamental text for the postwar history, absolutely to have!
The author's books, as other slovenian's from Ivan Cankar or Srečko Kosovel, at the moment aren't deservedly placed on the antiquarian market, but I hope it will happen because I personally mind that Pahor is worthy. I'm looking for all his first editions printed in Sixties, which are not hardly traceable.
Odisej ob jamboru it's also a bookseller Simone Berni's wanted book, the author of the sublime Manuale del cacciatore di libri introvabili, printed from the "bibliophile" press Biblohaus, which I'm following for a long time.



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