Paola Navone, Bruno Orlandoni, Architettura radicale, Casabella, Milano 1974 (immagine dal link) |
Je ne sais pas de lecture plus facile, plus attrayante, plus douce que celle d'un catalogue. (Anatole France)
giovedì 27 giugno 2013
Scaffale dei ricercati / Shelf of the sought books
mercoledì 26 giugno 2013
Phototeca
Phototeca, Ladri puttane & pocodibuono, anno I, n.1, Milano 1980 (immagine dal link) |
Qualche giorno fa mi è capitato di sfogliare qualche numero della rivista Phototeca, che riunisce immagini fotografiche scabrose, bizzarre o soft porno tratte da svariate riviste e libri - anche molto seri: vedi Franco Maria Ricci - , citate minuziosamente in un bibliografia posta all'inizio della rivista.
Erano anni in cui l'immagine era ormai diventata la protagonista del nostro vivere e questa rivista nasceva per soddisfare l'occhio dell'amatore della fotografia.
Conversando con un libraio, poi, sono a venuta a sapere che sono molti gli amanti di questa rivista, anche se la si può ancora trovare in antiquariato e a prezzi accessibili. A mio avviso, si tratta di un ottimo investimento per chi ha fiducia nella rivalutazione storica dei cimeli degli anni '80.
A few days ago I saw some issues of the magazine Phototeca, which proposes thorny, crazy or soft porno pictures taken by many magazines, also very serious like Franco Maria Ricci's ones. The pictures are minutely reported in a bibliography on the first pages.
That years were completely dominated by images and this magazine was born to satisfy the photography lovers. Moreover, conversing with a bookseller, I discovered that there are many lovers of it, although it is still possible to find it on the antiquarian market at reasonable prices. I think that it can be a good investment for those who believe that one day the 80s will be reconsidered.
That years were completely dominated by images and this magazine was born to satisfy the photography lovers. Moreover, conversing with a bookseller, I discovered that there are many lovers of it, although it is still possible to find it on the antiquarian market at reasonable prices. I think that it can be a good investment for those who believe that one day the 80s will be reconsidered.
La rivalutazione della fantascienza / Reconsidering science fiction
Giuseppe Lippi (a cura di), Dalla terra alle stelle. Tre secoli di fantascienza e utopie italiane, Biblioteca di via Senato, Milano 2005 (immagine dal link) |
Forse pochi di noi sanno che la letteratura di fantascienza italiana nasce molti anni fa e vanta un'ampia schiera di amatori. Questo catalogo, che è stato pubblicato in occasione della mostra di cimeli fantascientifici conservati nella biblioteca milanese di Via Senato, la accosta ai grandi nomi della fantascienza mondiale e, bisogna dire, non sfigura affatto.
All'interno, saggi di Lippi, Lino Aldani (scrittore di fantascienza e tra i fondatori della rara rivista sul tema, Futuro), Dario Rivarossa e di molti altri appassionati e studiosi della fantascienza delle origini.
Futuro, n.1, mag-giu 1963 (immagine dal link) |
Sono sicura che anche ai più scettici la lettura di questo catalogo risulterà godibilissima e sicuramente si avrà modo di scoprire qualcosa di più in merito a qualche scrittore italiano semi-sconosciuto (sport amatissimo dal cacciatore di libri Simone Berni - si veda i vecchi post).
Le valutazione della maggior parte dei volumetti citati dal libro sono ancora molto basse, se non ridicole. Salvo rari casi, queste edizioni sono acquistabili a 10-20 euro in antiquariato.
Quindi anche un appassionato con un portafoglio modesto potrà crearsi una discreta biblioteca di protofantascienza italiana. Un giorno, forse, potrebbe valere una fortuna!
Qui in basso inserisco un titolo esemplificativo riprodotto in catalogo.
Luigi Motta, L'isola di ferro, Edizioni S.A.D.E.L., Milano 1947 |
Maybe few of us know that italian science fiction was born far ago and has many followers.
This
catalogue, which has been published on the occasion of the science
fiction books's exhibition conserved at the Via Senato library in Milan,
brings it together with the big names of the world science fiction and
the choice isn't bad.
Inside we can find many essays by Lippi, Lino
Aldani (science fiction writer and one of the founders of the science
fiction magazine Futuro), Dario Rivarossa and many other science fiction's lovers and researchers.
So I'm sure that even the most skeptic ones will find the reading of this book quite enjoyable and will discover some unknown italian authors (the bookhunter Simone Berni loves this kind of activities - read my old posts).
The estimations of these books aren't high yet, in fact they are very low. Except some cases, the prices are around 10-20 euros.
So even if you don't have so much money to spend you can put together a discrete science fiction collection. One day it would be worth a lot!
The second picture, taken from the catalogue, gives an example.
giovedì 20 giugno 2013
Pinocchierie... n.2
Carlo Collodi, Pinocchio, illustrazioni di Jacovitti, Albo del Vittoriosio-serie del Giraffone #24, Roma dicembre 1950 (immagine dal link) |
Finalmente è arrivato il libro di Baldoni sulle edizioni di Pinocchio che avevo ordinato. Leggendolo mi sono accorta di dover apporre alcune correzioni al vecchio post: si tratta della collezione privata dell'autore, appassionato di Pinocchio e proprietario dello studio bibliografico Il Mosaico.
Il libro consiste nella catalogazione e stima di ogni singolo esemplare, con l'aggiunta di una breve descrizione.
Me ne sono accorta perché mancava, curiosamente, proprio l'edizione che avevo segnalato nel mio scritto, probabilmente molto difficile da reperire a cifre inferiori ai mille euro. E pensare che non molto tempo fa la libreria Pickwick lo vendeva a 10!
Il libro di Baldoni, tuttavia, non lascia delusi: l'autore vanta il possesso di molte edizioni rare di Pinocchio, anche straniere. A troneggiare è soprattutto la prestigiosa prima edizione Paggi, ma non è da meno questa da me segnalata, arricchita da bellissime illustrazioni di Jacovitti e valutata intorno ai 100 euro.
Finally came Baldoni's catalogue I've ordered, concentrated on Pinocchio's editions. Reading it I've realized that I have to make sone corrections to the old post: it's the author's - who has an antiquarian library called Il Mosaico - personal collection, coming from his passion for Pinocchio. The book consists on a list of Pinocchio's editions punctually described, catalogued and estimated.
I've realized so because I found out that curiously was missing the edition I've proposed on the post; maybe Baldoni doesn't have it because it is difficult to find it for less than 1000 euros.
In fact, some years ago the Pickwick library was selling it at 10 euros!
Anyway, Baldoni's book is not disappointing: he has such a number of great and rare Pinocchio editions, also from other countries. One of the best pieces is the first edition, published by Paggi. But also this one, enriched by Jacovitti's illustrations and estimated at 100 euros.
martedì 18 giugno 2013
Il silenzio di John Cage / The John Cage's silence
John Cage, Silenzio, Feltrinelli, Milano 1971 (immagine dal link) |
Uno dei libri più prestigiosi editi dalla Feltrinelli negli anni '70 fu questo testo di John Cage, valutato dai librai intorno ai 100 euro o più.
John Cage (1912-1992) fu un compositore americano - nonché teorico della musica e autore di saggi sull'argomento - che si spinse ai limiti dell'avanguardia in musica.
John Cage (1912-1992) fu un compositore americano - nonché teorico della musica e autore di saggi sull'argomento - che si spinse ai limiti dell'avanguardia in musica.
Uno dei più geniali antesignani dell'ondata neoavanguardistica che coinvolgerà le arti verso la metà del Novecento.
La sua carriera iniziò a Los Angeles, ma già nel 1936 si trasferì a Seattle dove entrò in contatto con il famoso coreografo Merce Cunningham, un personaggio che ebbe una grande influenza sulla sua opera.
Nel 1940 iniziò a interessarsi di buddismo Zen e ad altre forme di filosofia orientale, anche grazie alla presenza alla Columbia tra il '46 e il '47 di un grande maestro della filosofia orientale, il giapponese Suzuki.
La filosofia orientale e le teorie del maestro ebbero un'incidenza decisiva sul suo concetto di musica come riduzione, come liberazione dal superfluo, che culmina nel 1952 con il famosissimo brano 4'33'' (dalla durata del brano completamente privo di suono). Come afferma Cage stesso: “Ho valutato di liberare il mio lavoro dalle mie simpatie e antipatie, perché ritengo che la musica dovrebbe essere libera dai sentimenti e dalle idee del compositore” (J.Cage in Conversing with Cage, a cura di R. Kostelanetz, Limelight, New York 1987 in M.Porzio, Metafisica del silenzio. John Cage, l'Oriente e la nuova musica, Auditorium, Milano 2008, p.114).
Con questo brano il silenzio diviene per Cage, e per larga parte delle tendenze artistiche sperimentali più radicali degli ultimi decenni, il fondamento dell'agire. Lo osserva uno dei maggiori studiosi di Cage in Italia, Michele Porzio, autore del saggio Metafisica del silenzio (Auditorium, Milano 1995). Secondo il critico il silenzio in lui è quell'aspetto del suono che può essere espresso sia dal suono che dalla sua assenza, tanto positivamente che negativamente.
La sua carriera iniziò a Los Angeles, ma già nel 1936 si trasferì a Seattle dove entrò in contatto con il famoso coreografo Merce Cunningham, un personaggio che ebbe una grande influenza sulla sua opera.
Nel 1940 iniziò a interessarsi di buddismo Zen e ad altre forme di filosofia orientale, anche grazie alla presenza alla Columbia tra il '46 e il '47 di un grande maestro della filosofia orientale, il giapponese Suzuki.
La filosofia orientale e le teorie del maestro ebbero un'incidenza decisiva sul suo concetto di musica come riduzione, come liberazione dal superfluo, che culmina nel 1952 con il famosissimo brano 4'33'' (dalla durata del brano completamente privo di suono). Come afferma Cage stesso: “Ho valutato di liberare il mio lavoro dalle mie simpatie e antipatie, perché ritengo che la musica dovrebbe essere libera dai sentimenti e dalle idee del compositore” (J.Cage in Conversing with Cage, a cura di R. Kostelanetz, Limelight, New York 1987 in M.Porzio, Metafisica del silenzio. John Cage, l'Oriente e la nuova musica, Auditorium, Milano 2008, p.114).
Con questo brano il silenzio diviene per Cage, e per larga parte delle tendenze artistiche sperimentali più radicali degli ultimi decenni, il fondamento dell'agire. Lo osserva uno dei maggiori studiosi di Cage in Italia, Michele Porzio, autore del saggio Metafisica del silenzio (Auditorium, Milano 1995). Secondo il critico il silenzio in lui è quell'aspetto del suono che può essere espresso sia dal suono che dalla sua assenza, tanto positivamente che negativamente.
Per tutto il corso della sua vita, la preoccupazione di Cage sarà quella di significare il concetto di silenzio nella sua qualità di metafora dell'inesprimibile. Ma anche confutare il paradosso dell'impossibilità del silenzio di esistere, come osserva il noto compositore di musica minimalista Michael Nyman, che vede in 4'33'' la dimostrazione della non-esistenza del silenzio e la continua permanenza, invece, dei suoni attorno a noi.
4'33'' non è, a detta di Nyman, la negazione della musica, bensì una affermazione della sua onnipresenza (M.Nyman, Experimental music. Cage and beyond, Schimer books, New York
1974, p.22 da D.W.Bernstein, C.Hatch, Writings through John Cage's
Music, Poetry, Art, The University of Chicago Press, Chicago 2001,
p.69).
Infatti quando lo ascoltiamo ci è data l'opportunità di concentrarci sui suoni attorno a noi, alle vibrazioni e ai rumori ai quali generalmente non prestiamo attenzione.
lunedì 17 giugno 2013
Il principe della nebbia di Carlos Ruiz Zafón
Carlos Ruiz Zafón, Il principe della nebbia, SEI, Torino 2002 (immagine dal link) |
In queste ormai calde giornate estive la preoccupazione di alcuni collezionisti italiani sembra essere quella di reperire la prima edizione di uno dei testi d'esordio di Carlos Ruiz Zafón, Il principe della nebbia. La notizia mi viene segnalata da Gaetano Blasa, un appassionato di libri rari. Anche se nei giorni precedenti avevo già letto nel web qualcosa in merito all'irreperibilità di questo testo.
Questo romanzo per ragazzi, pubblicato lo stesso anno del più famoso L'ombra del vento (questa volta destinato ad un pubblico adulto), esce per i tipi della SEI, Società Editrice Internazionale nel 2002.
Lo
stesso anno viene acquistato in termini di diritti dalla Mondadori, che
evidentemente ne fiutò il potenziale successo e volle accapparrarsi
l'autore. Le copie SEI rimanenti, come mi segnala Gaetano, vennero
condotte al macero, provocando inevitabilmente - come spesso accade - la
rarità delle copie superstiti.
La storia è piena di diritti acquistati da magnati dell'editoria, si veda ad esempio il caso di Antonio Pennacchi con il suo Mammut, che venne prima rifiutato da 33 editori, poi pubblicato dalla Donzelli e, dopo alcuni anni, divenuto bestseller della Mondadori (ne ho parlato in un vecchio post).
Tornando a Zafón, un ultimo dubbio rimane: a quale copertina corrisponde la prima vera edizione SEI?
La
fotografia inviatami da Gaetano è quella che riporto qui in basso, che
però lascia dei dubbi in quanto in alto reca la scritta "Universale
reprint", quindi probabilmente si tratta della ristampa. La seconda
immagine che ho trovato sembra essere nuovamente un ristampa (terza e
ultima immagine in basso), mentre la vera prima edizione a mio avviso è
la prima che ho scelto, probabilmente uscita in copertina rigida.
Che ne dite?
(immagine dal link) |
In these hot summer days it seems that many italian collectors are searching for the first edition of one of the first Carlos Ruiz Zafón's books, Il principe della nebbia. The news came from Gaetano Blasa, a rare book lover, although I've already heard about it in the web some days ago.
This children's novel, published the same year as the more famous L'ombra del vento (this time dedicated to adult public) by SEI, società Editrice Internazionale in 2002.
The
same year Mondadori decided to buy the rights of it, probably because
they realized it will be successful. The SEI copies left, as Gaetano
told me, were destroyed, provoking the rarity of the remained ones as
happens frequently.
The history is full of examples like this: it's known that Antonio Pennacchi's Mammut was first refused by 33 publishers, than accepted by Donzelli and finally, after years, it became a Mondadori's bestseller (I've wrote about it an old post).
Going back to Zafón, a doubt still remains: which is the real first edition's cover?
The
picture Gaetano sent to me (the second one I've put) doesn't seem the
right one: the words "Universal reprint" maybe tell that is a reprint.
And also the last one I've found seems a reprint too.
Maybe the right cover is the first I've reported, a hardback copy.
What do you think?venerdì 14 giugno 2013
Pinocchierie...
Renato Baldoni, Pinocchi Pinocchiate Pinocchierie. Itinerari nell'universo "pinocchiesco", catalogo ragionato con note bibliografiche e stima degli esemplari, De Frede, Napoli 2013 (immagine dal link) |
Non vedo l'ora che arrivi questo stupendo catalogo che ho ordinato, realizzato da Renato Baldoni in occasione della mostra sulle edizioni di Pinocchio al Museo del Parco di Pinocchio a Collodi pochi mesi fa.
Le edizioni rare di Pinocchio, si sa, sono molto collezionate e gli estimatori non si contano. L'idea di Baldoni è stata quindi di realizzare un testo affidabile e documentato, con tanto di stime delle singole edizioni.
In basso inserisco una delle tante edizioni rare e prestigiose.
Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio, con 22 tavole a colori di Mario Schifano, Theoria, Roma 1992 (immagine dal link) |
I can't wait to have this beautiful book I've ordered, which has been realized by Renato Baldoni for the exhibition of the Pinocchio editions at the Museo del Parco di Pinocchio in Collodi a few months ago.
It's renowned that Pinocchio's rare editions are very collected and its lovers are many. So the Baldoni's idea was to realize a reliable and good documented text, also with estimations of each book.
Here I'm proposing one of the many rare and prestigious edition of it.
lunedì 10 giugno 2013
Luigi Ghirri al MAXXI - commenti aggiuntivi / more about it
Luigi Ghirri, Identikit, 1979 |
...alla fine ho visitato di persona la mostra di cui avevo parlato qualche settimana fa (vedi post) ed è stata come mi aspettavo: strepitosa.
Un dettaglio, poi, mi era sfuggito: il fatto che Ghirri fosse un grande lettore. L'opera qui sopra rivela il suo interesse per l'arte contemporanea e, in mezzo ai libri, notiamo il noto libro d'artista Idem di Giulio Paolini.
Giulio Paolini, Idem, Einaudi Letteratura, Torino 1975 (immagine dal link) |
Ghirri era anche un artista legato al libro in sé e amava sperimentarne le tipologie sotto vari aspetti. Più che mai azzeccata, quindi, la scelta dei curatori di inserire molti suoi cimeli bibliografici (alcuni consultabili per intero tramite uno schermo touch screen!) e cimeli di altri artisti a lui vicini con cui ha collaborato.
Mi riprometto di studiarmeli per bene. Per ora segnalo quelli più rari e visivamente più interessanti.
Franco Guerzoni, Affreschi, fotografie di Luigi Ghirri, Geiger, Torino 1973 (immagine dal link) |
Giuliano Della Casa, Rosso e Blu, fotografie di Luigi Ghirri, Pari e Dispari, Reggio Emilia 1973 (immagine dal link) |
... at last I've visited personally the exhibition about which I've posted some weeks ago (look the post) and it was as I expected: gorgeus.
A
detail that I haven't noticed: Ghirri was a great reader. The work I've
reported reveals his interest on contemporary art and, between the
books, we can notice the artist's book realized by Giulio Paolini, Idem.
Ghirri was an artist who loved the book itself and he liked to experiment many types and aspects of the book as an object.
So
the choice of the curators to put some bibliographical rarities made by
him and by his friends artists, with whom he has collaborated, was very appreciated.
Moreover, some of his books are entirely consultable through a touch
screen!.
I promised to study more about it. For now I suggest some rarities I found visually more interesting.
giovedì 6 giugno 2013
Una interessante iniziativa per promuovere il collezionismo librario / An interesting initiative to promote book collecting
Made in Italy, un catalogo collettivo di libri e documenti originali dal XV al XXI secolo (immagine e catalogo dal link) |
"In un momento così come si fa a vendere e a comprare libri come questi, antichi rari preziosi finché vuoi ma di nessuna utilità pratica?"
Questo l'incipit della presentazione a questo catalogo collettivo, inedito e senza precedenti nella storia, in cui si sono riuniti lo studio bibliografico L'Arengario, la libreria Biggio, la libreria Coenobium, lo studio Gribaudi, lo studio di Giorgio Maffei, l'Antiquariaat Papyrus e la Libreria Piani (al link l'elenco nel dettaglio).
Questo l'incipit della presentazione a questo catalogo collettivo, inedito e senza precedenti nella storia, in cui si sono riuniti lo studio bibliografico L'Arengario, la libreria Biggio, la libreria Coenobium, lo studio Gribaudi, lo studio di Giorgio Maffei, l'Antiquariaat Papyrus e la Libreria Piani (al link l'elenco nel dettaglio).
Il mondo dell'antiquariato è in crisi? Io credo abbia soltanto subìto un lieve ridimensionamento: le vere opere rare e importanti hanno mantenuto la loro collocazione, mentre quelle soggette a mode sono state fortemente penalizzate (come è giusto che sia).
Sfogliando questo catalogo infatti, si nota come ogni libreria abbia bene in mente le opere "da salvare" in caso di incendio... e la fruizione di esso è davvero deliziosa!
Non anticipo nulla: Buona lettura.
"In a moment like that how can we sell books like these, antique rare precious however you want but without an utility?" This way starts this collective catalogue, totally unrealeased before, where there are reunited the Studio Bibliografico L'Arengario, the Biggio bookshop, Coenobium, the studio Gribaudi, Giorgio Maffei's, the Antiquariaat Papyrus and the Libreria Piani (at the link details of all bookshops).
Is the world of antiquarian books in crisis? I think not. It has only that changed in a good way: the real rare and important works are still collected, the ones conditioned by trends, on the contrary, are attracting less attention (how it has to be).
Looking at these catalogue you'll have the sensation that those librarians have perfectly in their mind what it's worth to save in case of fire... and the reading of it is very pleasure!
I'm not anticipating anything: just enjoy it!
Is the world of antiquarian books in crisis? I think not. It has only that changed in a good way: the real rare and important works are still collected, the ones conditioned by trends, on the contrary, are attracting less attention (how it has to be).
Looking at these catalogue you'll have the sensation that those librarians have perfectly in their mind what it's worth to save in case of fire... and the reading of it is very pleasure!
I'm not anticipating anything: just enjoy it!
Homage to Carmelo Bene
Carmelo Bene (immagine dal link) |
"Il teatro è inumano. Anti-terapeutico. (...) Il teatro è un altrove (...) non fa né piangere né ridere: aliena." (C.Bene, G.Dotto, Vita di Carmelo Bene, Bompiani, Milano 2005, p.315)
Le rarità di Carmelo Bene / Carmelo Bene's rarities
Carmelo Bene, Credito italiano, Sugar, Milano 1967 (immagine dal link) |
Parlare di Carmelo Bene è impresa ardua e rischiosa. La grandezza del suo personaggio e della sua opera imbarazza chiunque decida di addentrarsi nel suo mondo intricato, appassionato e difficilmente classificabile. La sua straordinaria cultura annienta, come anche il suo singolare talento. La sua sicurezza e il modo di fare incuriosiscono e lo rendono unico.
Per capirne un po' di più mi sono letta la stupenda biografia in forma di intervista edita da Bompiani tre anni dopo la sua scomparsa, nel 2002. Una deliziosa sintesi della sua vita percorsa tappa per tappa, a partire dai suoi anni di esordio come teatrante a Roma nei primi anni Cinquanta, da enfant prodige forte bevitore e semi-squattrinato.
Carmelo Bene, Giancarlo Dotto, Vita di Carmelo Bene, Bompiani, Milano 2005 (immagine dal link) |
Divertenti i racconti sugli escamotage che inventava per sopravvivere, ad esempio fuggendo dai taxi alla fine della corsa.
Poi arrivò Caligola, da lui diretto e interpretato al Teatro delle Arti di Roma nel 1959. Un successo immediato, possibile soltanto dopo la gentile concessione dei diritti da parte di Albert Camus, incontrato personalmente da Bene. Già allora dimostrava la sua determinazione.
Da lì in poi fu un susseguirsi di successi, tutti accompagnati dal gusto per la provocazione e da un odio feroce nei confronti della stampa e del popolo massificato, espresso in scena tramite la performance altamente provocatoria, introdotta - si può tranquillamente affermare - da lui stesso in Italia per la prima volta.
Quegli eventi, nonostante fossero spesso scandalosi, non rimanevano mai privi di spettatori, ma vantavano anzi un pubblico snob e a caccia di emozioni. Uno dei suoi più grandi estimatori fu Alberto Arbasino.
Carmelo Bene innova e rinnova il teatro tradizionale, ma anche la letteratura di quegli anni. I suoi libri - e persino le sue VHS! - sono estremamente ricercati e preziosi.
Uno su tutti la sua prima opera, Nostra Signora dei Turchi, pubblicata da Sugar nel 1966 e ad oggi estramamente difficile da reperire, con valutazioni sempre superiori ai 100 euro.
Stesse valutazioni del suo secondo romanzo, Credito italiano, scritto tra il '65 e il '66 e da lui definito un "diario fin troppo intimo" (Vita di Carmelo Bene, p.225).
Carmelo Bene, Nostra Signora dei Turchi, Sugar, Milano 1966 (immagine dal link) |
Ma le sue rarità sono tante, soprattutto per quanto riguarda i suoi libretti d'opera che, essendo destinati ad una determinata porzione di pubblico, non ebbero una grande diffusione e quindi sono irreperibili. Mi riferisco ad esempio a Il Rosa e il Nero, inscenato al Teatro delle Muse il 12 ottobre del 1966. O a Romeo e Giulietta, andato in scena nel 1977 al Teatro Quirino di Roma. O, ancora, a Pinocchio, sia nell'edizione di Lerici Teatro del 1964 che in quella di Giusti del 1978.
Sono testi rari e molto preziosi per chi ama Carmelo Bene.
Carmelo Bene, Il Rosa e il Nero, versione teatrale, Mario Luca Giusti, Firenze 1979 |
Uno dei suoi testi più rari in assoluto, se vogliamo tracciare una classifica degli introvabili, è il libro più recente (1993): Vulnerabile invulnerabilità. Necrofilia di Achille. Poesia orale su scritto incidentato, censita da una sola biblioteca italiana.
Il testo è edito dalla Nostra Signora Editrice, probabilmente una auto-edizione (già utilizzata per altre opere) e per questo rara, tratta dall'omonima opera teatrale. Personalmente non ne ho mai vista una copia in circolazione.
A ben vedere, però, tutti i testi di Carmelo Bene sono rari e ricercati; i suoi estimatori ne hanno fatto dei feticci, parti di Bene da conservare gelosamente.
sabato 1 giugno 2013
Vecchi libri per quest'epoca incerta / Old books for these uncertain times
Valentino Ronchi, Vecchi libri per quest'epoca incerta, Foschi, Forlì 2013 (immagini dal link) |
E' da un po' che non pubblico. Un po' per un problema sul computer, un po' perché sto riempiendo la mente di tantissime nuove informazioni e temi letterari e quindi ho bisogno di fare ordine nella testa.
Uno dei libri che hanno fatto da protagonista delle mie letture in queste settimane è stata questa novità di Valentino Ronchi, da cui ho appreso sulla rivista Charta di qualche mese fa.
Devo ammettere di aver riversato troppa aspettativa in quest'opera e quindi, inevitabilmente, la delusione è stata notevole.
Ronchi è uno scrittore relativamente giovane e con poca esperienza letteraria, nonostante abbia vinto alcuni premi come poeta. Lo si percepisce ad ogni riga di questo testo interessante indubbiamente, ma privo di una struttura credibile e avvincente.
Essendo l'autore un commerciante di libri rari di professione, i riferimenti al mondo del collezionismo librario sono massicci e molto piacevoli, come quello al raro e interessante libro di Philip Roth, Quando Lucy era buona, da molti ritenuto uno dei suoi capolavori. Un testo che talvolta sfiora i 50 euro in asta.
Ma ciò non è sufficiente a farne un libro di qualità letteraria! La narrazione arranca, qua e là c'è un riferimento politico o sessuale un po' maldestro o una citazione da qualche opera letteraria.
Poco credibile, infine, la trouvaille che il protagonista fa ad un certo punto: i rarissimi Canti Orfici di Campana, in edizione originale, al prezzo di 5 euro...
Ora, sono la prima a sostenere che le trovate fortuite sono accessibili a tutti - o quasi - ma qualsiasi collezionista di libri ormai è consapevole che anche il libraio meno accorto ormai sa prezzare adeguatamente i libri fondativi del Novecento italiano!
Peccato, poteva essere un buon libro.
Poco credibile, infine, la trouvaille che il protagonista fa ad un certo punto: i rarissimi Canti Orfici di Campana, in edizione originale, al prezzo di 5 euro...
Ora, sono la prima a sostenere che le trovate fortuite sono accessibili a tutti - o quasi - ma qualsiasi collezionista di libri ormai è consapevole che anche il libraio meno accorto ormai sa prezzare adeguatamente i libri fondativi del Novecento italiano!
Peccato, poteva essere un buon libro.
Philip Roth, Quando Lucy era buona, Rizzoli, Milano 1970 (immagine dal link) |
It's been a while since I've posted something. Partly because I had a problem with the computer, partly because I am filling my head with so many informations and literary fields that I need some time to figure it out.
One of the books I've red in these weeks is this new book by Valentino Ronchi, about which I red in the Charta's last month's issue.
I have to admit that I had too much expectations about it and I've remained quite disappointed...
Ronchi is a relatively young writer with a little experience, although he has won many prizes as a poet. This inexperience is perceivable in each word of this book undoubtedly interesting but without captivating ans solid structure.
The author is a re-sell librarian, so the considerations and notes about the world of collecting are many and very pleasant, as for example the one that concerns the rare Philip Roth's Quando Lucy era buona, considered one of his masterpieces. A book that sometimes reaches 50 euros in auctions.
But this is not enough to make of it a quality book! The narration is going slowly; sometimes he makes clunky comments about sex or politic or literary quotations.
In conclusion, he writes about an unbelievable trouvaille the protagonist makes: the extremely rare Ungaretti's Porto sepolto for 5 euros...
Now, I'm the first to say that trouvailles can happen to - almost - everyone, but I also know that every bookseller already knows how to give prices to the books that made the italian XX century!
What a pity, it could have been a good book.
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