Alberto Moravia, Gli Indifferenti, Edizioni Alpes, Milano 1929. Le vicende editoriali di questo fondamentale testo del Novecento si possono leggere in un bell'articolo della rivista Charta di novembre/dicembre 2011. |
Je ne sais pas de lecture plus facile, plus attrayante, plus douce que celle d'un catalogue. (Anatole France)
martedì 29 maggio 2012
Scaffale dei rarissimi
mercoledì 23 maggio 2012
Il Teatro delle Mostre alla Galleria La Tartaruga
Teatro delle Mostre, Galleria La Tartaruga, Marcalibri - Lerici, Roma 1968 |
L'esposizione Teatro delle Mostre organizzata dalla Galleria La Tartaruga di Plinio de Martiis nel 1968 rappresenta uno dei culmini della ricerca artistica degli anni Sessanta e uno degli ultimi episodi in cui assistiamo alla partecipazione di poeti visivi, artisti provenienti dal'Arte Povera e Concettuale e scrittori in un unico evento.
Come anticipa già la fascetta editoriale (che avrei voluto acquistare assieme al libro, se l'avessi trovata) del catalogo, edito da Lerici nel 1968 e prefato da Maurizio Calvesi, l'evento prevedeva ogni giorno una performance di un artista diverso, a partire da Giosetta Fioroni, Ciro Ciriacono, Giulio Paolini e via dicendo. Ogni artista proponeva il suo modo di concepire l'arte o la scrittura e nel catalogo, dove la documentazione fotografica regna sovrana, ad ogni artista è dedicato un numero in sequenza, una breve spiegazione della performance e le relative immagini.
Colpisce particolarmente l'opera di Giulio Paolini, che nel suo Autoritratto, calcato da quello del doganiere Rousseau, inserisce immagini di amici, artisti e personaggi a lui vicini (si intravedono Lucio Fontana, la mitica Carla Lonzi, la cui raccolta di interviste ad artisti intitolata Autoritratto uscirà l'anno successivo, Consagra e molti altri).
G.Paolini, Autoritratto, 1968 (interno del catalogo) |
O l'opera di Cesare Tacchi, Cancellazione d'artista. Spiega il catalogo: "tacchi chiuso in una nicchia ricoperta da una parete completamente trasparente. seduto su uno sgabello, la luce di una lampada sul capo. immobile. poi comincia con un pennello ed un barattolo di vernice bianca a cancellarsi. (...)".
C.Tacchi, Cancellazione d'artista, 1968 (interno del catalogo) |
L'atto di cancellare è molto presente in quegli anni, a partire dalla famosa cancellazione da parte di Rauschenberg di un disegno di De Kooning del 1953, a quelle di Gastone Novelli o dei libri cancellati di Emilio Isgrò; gli artisti si guardavano a vicenda e venivano ispirati l'uno dall'altro.
E.Isgrò, Il Cristo Cancellatore, Edizioni Apollinaire (come l'omonima galleria che ospitò la mostra), Milano 1968, libro d'artista (immagine tratta dal link) |
Tornando al catalogo, io l'ho acquistato da un antiquario di Rotterdam a poche decine di euro. Un anno fa circa era ancora possibile farlo poiché, a differenza di altri cataloghi di collettive (come ad esempio Lo spazio dell'immagine del 1967 o il catalogo della mostra dell'Arte Povera alla Galleria de' Foscherari di Bologna del 1968) non aveva ancora raggiunto quotazioni molto alte. Cosa avvenuta subito dopo, con il caso dell'aumento del prezzo da parte di una libreria italiana da 30,00 a 200,00 euro...
Lo spazio dell'immagine, Foligno, Palazzo Trinci, Alfieri, Venezia 1967 (immagine tratta dal link) |
Arte Povera, Galleria de' Foscherari, Bologna 1968
(immagine tratta da Libreria Riminese, Rimini)
|
Jannis Kounellis, Alfabeto, Galleria La Tartaruga, Roma 1960 (immagine tratta dal link) |
The Teatro delle Mostre
exhibition in the Plinio de Martiis' La Tartaruga gallery in
1968 is one of the main moments of the artistic research in the
Sixties and one of the episodes in which we attend to the
partecipation of visual poets, Arte Povera and Conceptual artists and
writers in the same happening.
The catalogue was printed by Lerici in 1968 with a Maurizio Calvesi
introduction and as its red advertising blurb (which I wish I could find it) anticipates, the event was based on a daily performance by
different artists, from Giosetta Fioroni, to Ciro Ciriacono, Giulio
Paolini and so on. Each artist proposes his way of conceiving art or
the art of writing and in the catalogue, where the photographic documentation is
a leading figure, to each of them is dedicated a number, a small
introduction of his work and many images of the performance.
It's interesting for example the Giulio
Paolini's canvas Autoritratto, copied from Rousseau's self portrait Le Douanier, with the addition of images of Paolini's
friends and loved artists, like Lucio Fontana, Carla Lonzi (who's
book Autoritratto, a collection of artists interviews, will be printed the
next year), Consagra and many others.
Or the Cesare Tacchi's Cancellazione
d'artista. The catalogues explains: “Tacchi is shut in a cubby
covered by a transparent wall. he's sitting on a chair, a light upon
his head. unmoving. than he starts cancelling himself with a brush
and white paint. (...)”(the text is in italian).
The act of cancellation was very common
in that days, beginning from Rauschnberg's cancellation of the De
Kooning's drawing from 1953, to Gastone Novelli's cancellations, or Emilio Isgrò's
cancelled books. Artists use to look at other artists and they took
inspiration from each other.
Personally I've bought this catalogue
from an antiquarian bookseller from Rotterdam and I've spended a few dozen euros. About a year ago it was still possible to do because,
differently from other group exhibition's catalogues (as for example Lo
spazio dell'immagine from 1967 or the Arte Povera's exhibition
catalogue from 1968 organized in the Bologna's Foscherari
gallery) it wasn't so expensive. But in a year the book's price has increased: an italian librarian has recently raised its price from 30,00 to 200,00
euros..
Anyway this catalogue is worth to be
listed between the most important group exhibition of the Sixties, in
particular because of the event, but also because of the reputation of the
gallery which hosted the exhibition. In the Tartaruga gallery was
organized in 1960 the famous Kounellis' first exhibition called
Alfabeto; its exhibition flyer (the only existing document of the event) was sold for 200,00 euros in 2009 by the
antiquarian library Ardengo, specialized in art books and XX century
editions.
lunedì 21 maggio 2012
venerdì 18 maggio 2012
Booked to die: Il giallo del bibliofilo John Dunning
John Dunning, Booked to die, Charles Scribner's Sons, New York 1992
(immagine della libreria antiquaria Partners & Crime, New York) |
Ho appena terminato il libro di John Dunning, Booked to Die edito da Scribner's nel 1992. La traduzione italiana, come molti hanno notato, purtroppo non è delle migliori (Il detective che ama i libri, Rusconi, 2011)... ma il libro mi è piaciuto moltissimo!
Di solito non leggo gialli ambientati nel mondo dei libri perché spesso si rivelano delle ingenuità... ma questo mi ha piacevolmente sorpresa! L'autore svela tutti i trucchi del cacciatore di libri e ci fornisce lunghi elenchi di titoli e suggerimenti su come operare (perlopiù in merito a libri americani). Una vera chicca per chi, come me, passa le giornate a cercare edizioni rare in antri polverosi e non disdegna qualche consiglio in più...
Inoltre nell'edizione Rusconi (non so dire se lo stesso vale per quella precedente di Mondadori) è presente anche un'introduzione dell'autore datata maggio 2000, che racconta la vicenda subìta dal libro: aumentato esponenzialmente di prezzo e diventato oggetto da collezione!
Dunning ha scritto anche un sequel del romanzo: Bookman's wake, che non ho ancora letto e che nella traduzione italiana è titolato Le ceneri del corvo (se il libro fosse uscito negli ultimi anni, vista la moda dei gialli ambientati nel mondo dei libri, il titolo sarebbe molto differente!).
Dunning ha scritto anche un sequel del romanzo: Bookman's wake, che non ho ancora letto e che nella traduzione italiana è titolato Le ceneri del corvo (se il libro fosse uscito negli ultimi anni, vista la moda dei gialli ambientati nel mondo dei libri, il titolo sarebbe molto differente!).
I've just finished John Dunning's Booked to die, printed by Scribner's in 1992. The italian traduction unfortunatelly (as many people said) it's not so good.. (Il detective che ama i libri, Rusconi, 2011) but I've liked the book very much!
Usually I don't read fictions about the world of books, because so often they're very naive... but this is not that case! The author reveals all the book finder's tricks, secrets, suggestions and many lists of the rarest books (mainly americans).
A real treasure for those who use to spend (like me) entire days going around and searching for rare books in the dirtiest basements...
Moreover, in the Rusconi edition (I don't know if also in the Mondadori edition) there is an author's introduction (from may 2000) where he describes what happened with his book: its value has increased and it became a collector's object!
Dunning has also written a sequel of it, Bookman's wake, which I haven't read yet, and the italian title is Le ceneri del corvo (if the book would be printed recently, now that book crimes are so cool, its title would be very different!).
Dunning has also written a sequel of it, Bookman's wake, which I haven't read yet, and the italian title is Le ceneri del corvo (if the book would be printed recently, now that book crimes are so cool, its title would be very different!).
lunedì 7 maggio 2012
Odisej ob jamboru di Boris Pahor
Boris Pahor, Odisej ob jamboru, Zaliv, Trieste 1969 |
Boris Pahor è uno dei pochi scrittori sloveni conosciuti in tutto il mondo. Reduce dell'esperienza del campo di concentramento, ha voluto raccontare nel suo Necropoli la propria tragica vicenda, al pari di autori come Primo Levi.
Questo è un libriccino molto raro che ho trovato su un sito in lingua slovena (il mio bilinguismo mi ha aiutata!); si tratta di una raccolta di saggi polemici intitolati Odisej ob jamboru ("Ulisse accanto all'albero maestro", azzardando una traduzione), che propugnano l'indipendenza della Slovenia dalla Jugoslavia.
Il libro fu pubblicato a Trieste nel 1969 dalla casa editrice Zaliv e subito vietato dal governo sloveno di allora, con tanto di sequestro delle copie rimaste in circolazione. Pahor si occupava personalmente, assieme alla moglie, della distribuzione dei libriccini per via postale e ricorda che ogni copia rappresentava un sacrificio economico.
Anche la successiva ristampa del 1971 fu vietata e soltanto la terza edizione del 1993 ebbe una diffusione più ampia. La mia copia è sfortunatamente percossa da violenti segni infantili (i killer per eccellenza dei libri -come ci avverte il testo di Gaetano Volpi-) a penna (il killer per eccellenza numero due dei libri) su tre pagine, ma rimane sempre un testo indicativo del clima storico del dopoguerra, da avere assolutamente!
Il libro fu pubblicato a Trieste nel 1969 dalla casa editrice Zaliv e subito vietato dal governo sloveno di allora, con tanto di sequestro delle copie rimaste in circolazione. Pahor si occupava personalmente, assieme alla moglie, della distribuzione dei libriccini per via postale e ricorda che ogni copia rappresentava un sacrificio economico.
Anche la successiva ristampa del 1971 fu vietata e soltanto la terza edizione del 1993 ebbe una diffusione più ampia. La mia copia è sfortunatamente percossa da violenti segni infantili (i killer per eccellenza dei libri -come ci avverte il testo di Gaetano Volpi-) a penna (il killer per eccellenza numero due dei libri) su tre pagine, ma rimane sempre un testo indicativo del clima storico del dopoguerra, da avere assolutamente!
I libri dell'autore, come quelli di tutti gli autori sloveni quali Ivan Cankar, Srečko Kosovel e altri, al momento non godono di una meritata classificazione antiquaria, ma confido che un giorno ciò avvenga, in quanto Pahor a mio avviso ne è degno. Da poco ho intrapreso la ricerca delle sue prime edizioni degli anni Sessanta, ancora facilmente reperibili.
Odisej ob jamboru figura inoltre tra i desiderata di Simone Berni, eccezionale "cacciatore di libri rari" e autore del sublime Manuale del cacciatore di libri introvabili, edito dalla "bibliofila" casa editrice Biblohaus, che seguo con attenzione da molto tempo.
Boris Pahor is one of the rarest slovenian authors reknowned around the world. He writes about his tragic experience in the concentration camp in his book Necropolis, as authors like Primo Levi.
This a very rare book I've found on a slovenian website (my bilingualism helped me!); it's an essay selection titled Odisej ob jamboru (Ulysses on the mast, attempting to traduce it) which fights for the Slovenia's independence from Jugoslavia.
The book was published in Trieste in 1969 by the Zaliv press and it was immediately forbidden by the slovenian government, with the abduction of all copies in circulation. Pahor had personally, with the help of his wife, distributed his copies by mail and he use to remember that it wasn't easy to find the money to do it.
The next print from 1971 was forbidden too and only the third edition, in 1993, has been allowed. My copy is unfortunatelly beated by violent infant signs (the worst book's killer -as Gaetano Volpi says-) with a pen (the book's killer number two) on three pages; anyway it still remains a foundamental text for the postwar history, absolutely to have!
The author's books, as other slovenian's from Ivan Cankar or Srečko Kosovel, at the moment aren't deservedly placed on the antiquarian market, but I hope it will happen because I personally mind that Pahor is worthy. I'm looking for all his first editions printed in Sixties, which are not hardly traceable.
Odisej ob jamboru it's also a bookseller Simone Berni's wanted book, the author of the sublime Manuale del cacciatore di libri introvabili, printed from the "bibliophile" press Biblohaus, which I'm following for a long time.
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