La rara copertina dell'edizione ceca di Dracula del 1919 (immagine fornitami dall'autore) |
Come promesso ieri, in attesa che tutti prendiate in mano il nuovo libro di Simone Berni sulle rarità di Dracula (Dracula di Bram Stoker. Il mistero delle prime edizioni, Biblohaus, Macerata 2014 - in vendita al link), vi anticipo qui qualche "dietro le quinte" e notizia in più ottenute direttamente dall'autore, che ringrazio di cuore per l'esclusiva concessami.
Il primo aspetto da sottolineare è che fino ad ora non esisteva nessun testo che raccogliesse
in ordine cronologico ed in maniera esaustiva il panorama delle traduzioni (e
relative edizioni) del Dracula di
Bram Stoker. Come puntualizza Berni, anche le liste presenti in rete sono deficitarie, imprecise e spesso fuorvianti. E in ogni caso si basano
su una raccolta dati non sicura, effettuata spulciando materiale non aggiornato
e con dati non controllati.
Il lavoro svolto, quindi, è stato estremamente puntiglioso e affidabile. Come del resto tutti i suoi studi precedenti che ancora oggi, dopo anni, rimangono un punto di riferimento imprescindibile per collezionisti e "ricercatori di rarità".
In secondo luogo sorprenderà lo "scoop": la copertina della prima edizione ungherese del 1898 (scelta da Berni come copertina del saggio) viene da lui definita come "una chicca che veramente da sola “vale il prezzo del biglietto”, come si dice negli
spettacoli".
E continua l'autore:
"Questa immagine di un vecchio dal sorriso beffardo era del tutto
dimenticata, se ne era persa traccia dopo oltre un secolo. Gli stessi librai
ungheresi non la conoscevano.
Le poche copie che in vita loro avevano visto del libro di Bram Stoker erano ridotte a brandelli, senza la tanto sospirata
copertina. Quell'immagine loro non la conoscevano proprio. Adesso si può
dire senza timore di smentite che essa è la prima immagine del Dracula letterario della storia. L’ho
trovata rovistando nei polverosi scaffali della Országos Széchényi Könyvtár
(Biblioteca Nazionale Széchenyi) a Budapest. I bibliotecari erano abbastanza
indifferenti, tutto sommato."
La prima edizione italiana (Sonzogno 1922), anch'essa piuttosto ben valutata e non comune (immagine fornitami dall'autore) |
Non meno avvincente il capitolo sulla "questione russa". Cito dal libro:
“Sulle edizioni del Dracula di Bram Stoker in lingua russa
per tanti anni si è temuto di entrare in un mondo dimenticato da Dio. Gli
antichi cartografi romani sembra che scrivessero Hic sunt leones (“Qui ci sono i leoni”) sulle mappe dei territori
inesplorati dell’Africa, come a indicare che era pericolosissimo addentrarvisi.
E in genere questa locuzione latina viene sempre tirata in ballo laddove esiste
una situazione difficile, e dove bisogna prestare la massima attenzione. Salvo
sporadici e imprecisi accenni, nessuno sembra mai essersi addentrato in questa
terra senza Dio. O, quantomeno, non è tornato indietro a raccontarlo”.
In un terreno tanto infido,
pertanto, l'autore aveva bisogno di un compagno di viaggio sicuro e affidabile. Il caso
ha voluto che proprio in quei giorni (inizio estate 2014) parlasse con Ekaterina
Kukhto di Biblionne, una delle più prestigiose librerie antiquarie di Mosca, ottenendo da subito il suo interesse nei confronti della ricerca che stava svolgendo.
Racconta Berni, che Ekaterina inizialmente non sapeva
nulla delle edizioni russe di Dracula, ma è bastato conoscerla e condividere con lei le scarne informazioni
iniziali in loro possesso per mettersi subito in moto.
Da lì,
sempre in contatto, si scambiarono continuamente mail tutta l’estate e ricostruirono una storia che è essa
stessa un romanzo.
Chi poteva immaginare, per esempio, che la prima edizione
russa di Dracula fu stampata a San Pietroburgo nel 1902 con il titolo di Vampiro – Conte Dracula (Вампир – Граф
Дракула) e attribuita non a Bram Stoker ma a Marie Corelli (Мари Корелли), una
delle più celebri scrittrici inglesi del tempo, tra l’altro una diretta
concorrente nelle vendite per Bram Stoker.
Ma, puntualizza Berni, "quella del 1902 è un’edizione che
io avevo già rintracciato ancor prima di consultarmi con la Kukhto, anche se la
sua conferma da madrelingua è stata fondamentale.
La Kukhto è stata
preziosissima, invece, nello scovare
edizioni moderne (decennio 1990 – 2000) stampate in remote regioni autonome
russe e contenenti errori clamorosi di attribuzione tra Stoker e la Corelli.
Per esempio, un’edizione stampata nel 1992 in Calmucchia (regione compresa fra
il Caucaso e la grande Depressione Caspica) dove a Bram Stoker viene attribuito
il romanzo The Sorrows of Satan (che
invece è della Corelli); oppure un’altra misteriosissima edizione del 1993
stampata nella città di Jaroslavl’ (dell’omonima Oblast sul fiume Volga) dove,
in una raccolta di racconti, ecco comparire un disinvolto Vampiro. Conte Dracula di Marie Corelli.
Queste sono regioni dove solo
un’esperta del calibro di Ekaterina Kukhto poteva realmente muoversi senza
destare sospetti negli occhi degli spauriti librai locali, non avvezzi a
incursioni di cacciatori di libri di altri paesi in cerca di oscure edizioni."
"E questi cinque preziosissimi
volumi," conclude l'autore, "adesso fanno bella mostra di sé nel mio scaffale preferito. A ricordo di
un’estate memorabile, dove ho visitato cinque stati (Russia, Repubblica Ceca,
Slovacchia, Romania e Ungheria), conosciuto oltre venti librai, collezionisti,
docenti universitari, cacciatori di libri e messo ordine
in una bibliografia, quella di Dracula,
da sempre considerata un vero e proprio incubo.
E stavolta Google non poteva
davvero servire a niente."