Alberto Boatto [a cura di], Ghenos Eros Thanatos, Galleria De' Foscherari, Bologna 1974 (immagine dal link) |
Vista la mostra, acquistato e spulciato il catalogo, finalmente posso parlarvi dell'evento artistico dell'anno a Roma: la mostra sugli anni Settanta.
Premetto: gli argomenti emersi sono tanti, tutti interessanti e in parte intricati, dunque mi prenderò del tempo per raccontarveli.
La prima impressione, entrando nel maestoso Palazzo delle Esposizioni, è stata quella di un luogo criptico, dove soltanto le persone che possiedono già un'infarinatura generale sull'arte di quegli anni possono capirci qualcosa. Fortunatamente viene in aiuto il catalogo che, per una volta, è stato stampato in un praticissimo formato in ottavo e che spiega nel dettaglio le opere e i concetti cardine della mostra.
Del resto l'arte degli anni Settanta, diversamente da quella in un certo modo "spettacolare" del decennio precedente, si è caratterizzata per una complessità tutta sua, dominata da una mole teorica importante. Filosofia, psicologia e storia hanno fatto da pilastri della creazione artistica.
Achille Bonito Oliva et al. [a cura di], Vitalità del negativo nell'arte italiana 1960/1970, Centro Di, Roma 1970 - fotografie di Ugo Mulas (immagine dal link) |
Sfogliando il catalogo almeno tre sono i concetti che vengono alla luce e che aiutano a spiegare le opere degli artisti sotto alcuni denominatori comuni: il concetto di psiche è il primo, indagato da molti e spesso sostenuto da impianti teorici che fanno riferimento alla filosofia e agli antichi miti.
In questo la riflessione sulla morte gioca un ruolo fondamentale: lo scheletro di Gino De Dominicis dell'opera Il tempo, lo spazio, lo sbaglio, 1969 (al centro della sala principale) è eloquente.
Il secondo è quello dell'assiduo ricorso alla "autobiografia" intesa come autoritratto o espressione dell'individualità dell'artista che, come spiega Denis Viva nel suo intervento in catalogo, "se non si tenesse in conto la ricezione, in Italia, della letteratura psicanalitica sull'arte alla fine dei Sessanta, si rischierebbe di scambiare per megalomania (...)"(in Anni 70 Arte a Roma, a cura di Daniela Lancioni, catalogo della mostra al Palazzo delle Esposizioni, Roma 17 dicembre 2013 - 2 marzo 2014, p.59).
A questo proposito i più colti ricorderanno sicuramente la serie di opere di Giuseppe Penone intitolate Rovesciare i propri occhi, dove l'artista manipola la propria immagine fotografica.
L'ultimo concetto molto importante è l'introduzione della fotografia come mezzo artistico (a ben vedere già sperimentato dieci anni prima), ma anche come fondamentale strumento per documentare le opere degli artisti, soprattutto le loro performance. Se non fosse per certi scatti di Mulas o Sartor, certi eventi sarebbero rimasti soltanto nella mente dei partecipanti.
È anche per questo che oggi valgono un'autentica fortuna!
È anche per questo che oggi valgono un'autentica fortuna!
Achille Bonito Oliva et al. [a cura di], Contemporanea, Parcheggio di Villa Borghese, Roma 30 novembre 1973 - febbraio 1974 (immagine dal link) |
Infine l'elemento a mio avviso più interessante per noi collezionisti è stato l'allestimento di numerose bacheche sparse qua e là con libri d'artista e cataloghi delle mostre di quegli anni. Qui avete i tre principali e più rappresentativi cataloghi storici, tutti ovviamente accompagnati da splendide fotografie e, a ragione, ben valutati.
Now that I visited the exhibition and that I bought and red the catalogue I can finally write about the exhibition of the year in Rome: the one about art of the Seventies.
The second one is the concept of autobiography, intended as self-portrait or expression of artists' own individuality, as explains Denis Viva in the book: "if we weren't counting the influence in Italy of the psychoanalytic literature on the art of the Sixties, we could risk to confuse all this with megalomania (...)" (in Anni 70 Arte a Roma, Daniela Lancioni, exhibition catalogue, Palazzo delle Esposizioni, Roma 17 December 2013 - 2 March 2014, p.59 - the translation is mine).
On this purpose the cultured ones will surely remember Giuseppe Penone's group of works called Rovesciare i propri occhi, were the artist manipulates his own photographic image.
The last important concept is the introduction of the photography as an art medium (actually experimented already in the past decade), but also as a foundamental way of documenting the otherwise ephemeral artists' performances. If it wasn't for some Mulas' or Sartor's photos, some events would remain only memories. And that's why are worth so much money!
In conclusion, I have to mention the most interesting thing for us bibliphiles: the numerous showcases around the rooms with artist's books and historic catalogues of that years. Here you have the three most important ones, all with beautiful photos and all good valuated.
Now that I visited the exhibition and that I bought and red the catalogue I can finally write about the exhibition of the year in Rome: the one about art of the Seventies.
Topics are many and all quite complicated, so I will take my time to write about it.
The first impression, entering the majestic Palazzo delle Esposizioni, was of a cryptic place, where only connoisseurs can understand something. Fortunatelly the catalogue comes to help us, printed finally in a very practical small octavo size and explaining in detail all the works and main concepts of the exhibition.
In fact the art of the 70s, differently from the somehow more "spectacular" one of the past decade, was characterized by a particular complexity, dominated by a huge theory. Philosophy, psychology and history were pillars of the artistic creations.
Browsing the catalogue come out at least three important concepts that help to explain artists works on the whole: psyche is the first, indagated by many of them and often supported by theories referring to philosophy and antique Myths.
Related to this, death has a leading role: the skeleton of the work Il tempo, lo spazio, lo sbaglio realized by Gino De Dominicis in 1969 (in the centre of the main room) is eloquent.The second one is the concept of autobiography, intended as self-portrait or expression of artists' own individuality, as explains Denis Viva in the book: "if we weren't counting the influence in Italy of the psychoanalytic literature on the art of the Sixties, we could risk to confuse all this with megalomania (...)" (in Anni 70 Arte a Roma, Daniela Lancioni, exhibition catalogue, Palazzo delle Esposizioni, Roma 17 December 2013 - 2 March 2014, p.59 - the translation is mine).
On this purpose the cultured ones will surely remember Giuseppe Penone's group of works called Rovesciare i propri occhi, were the artist manipulates his own photographic image.
The last important concept is the introduction of the photography as an art medium (actually experimented already in the past decade), but also as a foundamental way of documenting the otherwise ephemeral artists' performances. If it wasn't for some Mulas' or Sartor's photos, some events would remain only memories. And that's why are worth so much money!
In conclusion, I have to mention the most interesting thing for us bibliphiles: the numerous showcases around the rooms with artist's books and historic catalogues of that years. Here you have the three most important ones, all with beautiful photos and all good valuated.
Commento molto interessante, grazie :)
RispondiEliminaGrazie a te! :)
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