Charles Berlitz, William L. Moore, Accadde a Roswell, Sperling & Kupfer, Milano 1981 (immagine dal link) |
Su Il Sole 24 Ore di ieri ho letto con disappunto un breve trafiletto apparso nella sezione dedicata alla Cultura (giustamente intitolato "graffio"), dove l'autore si lamenta del fatto che Google avesse commemorato nei suoi consueti loghi animati la data del cosiddetto "caso Roswell", accaduto nella cittadina del New Mexico il 7 luglio del 1947. Il fatto viene da lui definito "insignificante" e quindi non degno di apparire tra le date significative della storia mondiale.
Ora, io non sono un'esperta di ufologia, anzi. Ma il fatto credo sia noto anche ai non addetti ai lavori: nel luglio di quell'anno un disco volante si schianta contro il suolo e più persone raccontano di averne visto dei rottami e alcuni cadaveri di extraterrestri, sottoposti successivamente - a detta di alcune fonti - ad un esame di autopsia.
La storia mi è venuta in mente perché proprio nel libro di Tommaso Pincio che ho consigliato qualche settimana fa (vedi post), Gli alieni, si cita anche il caso Roswell.
In particolare Pincio sottolinea non solo il fatto che la vicenda fosse stata documentata da numerose persone - le quali peraltro sembra fossero state invitate a tacere - e che fosse apparsa addirittura nei giornali, ma anche e soprattutto il fatto che quella data segnò, assieme al noto avvistamento di qualche settimana prima di Kenneth Arnold, l'inizio della "moda" americana dei dischi volanti, che ha registrato un'impennata di avvistamenti e studi sulla materia.
Si creda o meno a tutto ciò, asserisce Pincio, la questione scosse non solo gli appassionati, ma anche il comune popolo.
Dunque il "graffio" dell'articolo di cui sopra a mio avviso appare quantomeno inopportuno: se si sceglie di non crederci si è comunque costretti ad ammettere che l'episodio fu significativo in termini storici e di costume.
Per concludere, colgo l'occasione per segnalare una delle rarità italiane legate al caso: la prima edizione italiana di questo libro di Charles Berlitz (in collaborazione con Moore), autore del forse più noto Bermuda: il Triangolo Maledetto (Sperling & Kupfer, 1976).
Il libro viene valutato dai 40 agli 80 euro.
In the yesterday's Il Sole 24 Ore's issue I red with disappointment a short column appeared in the Culture section (appropriately called "graffio"), where the author criticized the fact that Google put on its usual animated logos the one that remembers the Roswell case happened in July 7 1947 in Mew Mexico. The author wrote that the case isn't important for worlwide history and therefore Google's choice was unnecessary.
Now, I am not an UFO expert, not at all. But I think that also the less expert of that field knows what happened: a flying soucer crashed on a ranch and many people told that they saw some scrap of it and some dead aliens, which have been examined with an autopsy.
The news came to my mind because in the book I've suggested last week, Gli alieni by Tommaso Pincio (look the post), it is mentioned also this case.
Pincio underlines not only the fact that many people have seen it (who also have been invited to shut up) and that the news appeared on the newspapers, but especially the fact that the case started a real trend for UFOs, right after the first Kenneth Arnold's sighting, happened a week before.
So the Roswell case, no matter if you believe or not, is important especially for historic and social reasons and from that time on ufologists started reasearching and sighting.
Therefore I think that the column about it seems quite inappropriate.
To conclude I want to suggest the book on the top, wrote in collaboration with Moore, which is related to that case. It's the first italian edition and it's very rare. Although Berlitz maybe is most known for his Bermuda: il Triangolo Maledetto (Sperling & Kupfer, 1976).
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