Randy Duncan, Matthew J. Smith, The power of comics. History, Form & Culture, Continuum ed 2009 (immagine dal link) |
Il ritrovamento di alcuni fumetti Marvel in una casa e la passione sfegatata del mio compagno per questi prodotti squisitamente americani mi hanno spinta a studiarmi la storia del fumetto made in usa, di cui sapevo poco o nulla.
La letteratura è abbastanza vasta in italiano, ma io ho scelto questo testo in inglese perché volevo capire il punto di vista dell'America a riguardo, ovvero della patria del fumetto basato sulle avventure dei supereroi.
Se ricordate qualche breve cenno lo feci in occasione della morte di Stan Lee (vedi post), affrontando il tema delle altissime valutazioni delle prime edizioni ad esempio de i Fantastici Quattro o de L'Uomo Ragno, che furono i protagonisti della cosiddetta Golden Age del fumetto usa, a partire dalla fine degli anni Trenta agli anni Cinquanta.
Epoca di enorme creatività in questo ambito, con la possibilità di molti artisti di trovare lavoro nell'industria del fumetto. Non mancarono le critiche rivolte al genere, giudicato troppo violento al pari dei videogiochi di adesso.
Dopo gli anni Cinquanta tutto si placa, molti fumettisti perdono il lavoro e il mercato vede un calo delle vendite.
Si riprenderà soltanto con gli anni Settanta, per poi prendere massimo vigore negli anni Novanta con le nuove serie (nel 1991 X-Men vendette 8 milioni di copie) e con l'avvio del fattore collezionistico, la caccia sfegatata alle prime edizioni che, avvertono gli autori, riguarda soltanto la primissima serie e qualche edizione limitata di serie successive. Poiché le tirature dei primi numeri furono bassissime e spesso gli albi dopo la lettura vennero buttati.
Se vi incuriosisce il seguito, potete trovare il libro piuttosto facilmente. Il lessico è molto scolastico, per il fatto che il libro consiste in una raccolta di lezioni tenute dai due autori ai corsi di fumetto.
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